Dal primo gennaio del 2024 il Regno Unito diventerà ufficialmente un paese associato ai programmi europei Horizon Europe e Copernicus. L’accordo politico raggiunto con l’Unione Europea prevede che i britannici contribuiscano con in media 2,6 miliardi di euro per anno, per far sì che i propri ricercatori e le proprie imprese possano partecipare ai due programmi.

Nello specifico, gli scienziati con sede nel Regno Unito potranno partecipare ai programmi finanziati dal pilastro 1 di Horizon Europe, che riguarda la ricerca di base e comprende le prestigiose sovvenzioni del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC). Università e imprese britanniche potranno anche accedere ai bandi del pilastro 2, che si concentra su scienza e tecnologie che affrontano importanti sfide globali, come il cambiamento climatico, l’energia e la salute.

Copernicus, invece, è il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, dedicato a monitorare il nostro pianeta e il suo ambiente. Si tratta di una notizia attesa da lungo tempo da entrambi i lati della Manica. Il Regno Unito, infatti, era stato uno dei principali beneficiari del predecessore di Horizon Europe, Horizon 2020 (2013-2020). I ricercatori britannici avevano ottenuto significative sovvenzioni (apri a circa 7,46 miliardi di euro), partecipando, e in molti casi guidando, più di 16.400 progetti (l’11,3% del totale). Si esulta anche nel mondo scientifico del Vecchio Continente, dato che la collaborazione con gli attori d’Oltremanica è sempre stata vista come un notevole valore aggiunto.

Si tratta di un altro passo di riavvicinamento all’Unione Europa compiuto dal Premier Sunak, dopo la parziale soluzione delle controversie sul ‘Protocollo nordirlandese’. Sarà interessante vedere se ne seguiranno altri.

Nel frattempo, il leader laburista Starmer (che i sondaggi danno in vantaggio di 20 punti sui Tories di Sunak) ha già annunciato l’intenzione di rivedere gli accordi sulla Brexit firmati dall’ex Premier Johnson, giudicati svantaggiosi. I venti della “Hard Brexit” sembrano già un lontano ricordo.

Niccolò Querci

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