Labour: subito le elezioni
Perché Liz Truss si è dimessa dopo 45 giorni di scelte folli
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Voleva essere la “nuova Thatcher”. Passerà alla storia come l’inquilina più fugace al 10 di Downing Street. Fatale le fu il fallimentare azzardo fiscale. Liz Truss si è dimessa da leader del Partito conservatore e rimarrà premier solo fino a quando non sarà scelto un successore. Lo ha annunciato la stessa primo ministro britannica in una breve dichiarazione a Downing Street dopo settimane disastrose alla guida del Regno Unito.
Truss paga il programma economico di drastici tagli fiscali che ha mandato onde d’urto sui mercati e diviso il suo partito Conservatore, appena sei settimane dopo la nomina. Il governo “ha ottenuto risultati sulle bollette energetiche”, oltre a “delineare una visione per un’economia a bassa tassazione e alta crescita che sfrutterebbe le libertà della Brexit”. Ma “riconosco che, data la situazione, non posso portare a termine il mandato per il quale sono stata eletta dal partito conservatore”. Con queste parole Truss ha annunciato le sue dimissioni affermando di essere entrata in carica “in un momento di grande instabilità economica e internazionale”.
Un discorso conciso, pronunciato davanti alla sede di Downing Street. La premier dimissionaria ha riferito di voler fare un passo indietro come leader del partito Tory. «Resterò fino al momento in cui verrà scelto il mio successore», ha precisato per poi rendere noto che le elezioni per scegliere il suo successore alla guida del Partito conservatore, e quindi del governo britannico, si terranno entro la prossima settimana. Lo ha concordato con l’influente Presidente del Comitato 1922 dei parlamentari conservatori, Sir Graham Brady, e i suoi più stretti alleati, la vicepremier Therese Coffey e il presidente dei Tory, Jake Berry.
Profondamente divisi, i Tory sceglieranno probabilmente tra l’ex cancelliere Rishi Sunak e Penny Mordaunt. Jeremy Hunt, attuale cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, invece non si candiderà alla leadership dei Tory e dunque alla premiership, come ha reso noto il suo portavoce alla stampa britannica. Truss ha ufficializzato il suo passo indietro anche in risposta al malcontento che serpeggiava sia fra le file dell’opposizione che fra quelle del Partito conservatore, in rotta di collisione con un governo accusato di «non avere un piano» per affrontare le varie urgenze sul tavolo.
Nel suo iper breve mandato, Truss ha finito per complicare lo scenario con lo scivolone della sua maxi-riforma fiscale, la sostituzione in corsa del ministro del Tesoro Kwarteng e il testacoda sui tagli alle tasse deciso dal suo successore Jeremy Hunt. È stata in carica come premier britannica per soli 45 giorni, il mandato più breve dei primi ministri del Regno Unito. Il secondo, sottolineano i media britannici, fu quello di George Canning, rimasto in carica per 119 giorni prima di morire nel 1827. Il leader dell’opposizione britannica, il laburista Keir Starmer, ha chiesto elezioni “subito” dopo le dimissioni della premier Tory. «Non abbiamo bisogno di un altro primo ministro conservatore che barcolli da una crisi all’altra. Abbiamo bisogno di elezioni generali e che i conservatori siano fuori dal potere» ha twittato il leader dei liberaldemocratici, Ed Davey, dopo l’annuncio delle dimissioni. Cala mestamente il sipario su Liz Truss. E c’è già chi nei Tory rimpiange Boris Johnson.
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