C’eravamo tanto amati. Eppure il rapporto collaborativo tra la premier britannica Liz Truss e il suo ministro delle finanze Kwasi Kwarteng si è interrotto bruscamente questa mattina, quando il Cancelliere dello Scacchiere si è dimesso con una lettera pubblicata poi sui suoi canali social. Ma non si è trattato di un mea culpa, quanto piuttosto di un invito ad andarsene voluto fortemente dalla stessa Truss che meno di un mese fa aveva affidato a lui le redini del comparto economico inglese. “Mi ha chiesto di farmi da parte come suo Cancelliere. Io ho accettato“, ha detto Kwarteng nella sua lettera di dimissioni, conclusasi con un augurio per la premier britannica: “Il tuo successo è il successo di questo Paese e ti auguro ogni bene“.

A sostituirlo ci penserà Jeremy Hunt, ex ministro degli Esteri e segretario alla Sanità, che presenterà un nuovo piano fiscale entro fine mese. Una scelta che fa riflettere, soprattutto vista la vicinanza tra Hunt e Rishi Sunak con il quale la Truss si era contesa la leadership dei Conservatori poco più di un mese fa.

Il passo indietro, obbligato, arriva dopo il caos scoppiato in Gran Bretagna per via della ‘mini manovra di bilancio‘, iper liberista e con tagli miliardari alle tasse, per gran parte effettuati in deficit, con mancanza di coperture. Di fatto, una misura che prevedeva di eliminare l’aliquota massima del 45% sui redditi più alti (proposta poi ritrattata dallo stesso Kwarteng il 4 ottobre) e che aveva scatenato il panico sui mercati finanziari, portando la sterlina a raggiungere i minimi storici e i rendimenti sui titoli di Stato a schizzare verso l’alto.

Ora si aspetta il piano fiscale di Hunt, che Liz Truss ha presentato oggi in conferenza stampa a Downing street. Il nuovo Cancelliere dello Scacchiere guiderà la missione di “crescita” voluta dalla premier britannica e “riuscirà a portare a casa le riforme di cui il Regno Unito ha bisogno“. Truss ha aggiunto di aver agito “in modo deciso perché la priorità è l’interesse nazionale. È dura, ma supereremo la tempesta“. La premier ha riconosciuto che alcuni punti del mini-budget sono andati “oltre” le attese “e più velocemente” del previsto.

La situazione però si complica anche per Truss che proprio la scorsa settimana ha partecipato ad un incontro Comitato dei sostenitori dei conservatori. L’umore nel partito sembra essere piuttosto basso e i colleghi sembrano pronti a voltare le spalle alla premier, nonostante – proprio in base alle regole imposte dal partito stesso – Truss avrebbe diritto a non essere messa in discussione per almeno dodici mesi.

Chiara Capuani

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