“Vorrebbe imitare Margareth Thatcher, ma di Iron lady, Liz Truss è una parodia venuta male”. Così a Il Riformista uno dei più autorevoli storici inglesi: il professor Donald Sassoon, allievo di Eric Hobsbawm. già ordinario di Storia europea comparata presso il Queen Mary College di Londra.

Proclama di voler abbassare le tasse ai super ricchi, fa crollare la sterlina, s’impenna lo spread, la recessione bussa alle porte, poi fa mezza marcia indietro. Così la premier britannica Liz Truss. Professor Sassoon, ma che sta accadendo al Regno Unito?
Bisognerebbe ribattezzare il Regno unito in Regno disunito. Perché tra l’Irlanda del Nord, la Scozia, la profonda spaccatura interna al Partito conservatore, il fatto che circa 200mila iscritti al Labour party sono andati via perché detestano Keir Starmer, non è esattamente il Regno dell’unità. Passiamo alla signora in questione…

La nuova inquilina del 10 di Downing Street, Liz Truss.
Lei ha fatto dietrofront su una cosa sola: l’abbassamento della tassa ai super ricchi. Per super ricchi s’intende quelli che guadagnano più di 150mila sterline all’anno. Ha fatto dietrofront perché lo scandalo era tale che la sua stessa base, che l’aveva appena eletta per la promessa da lei fatta che avrebbe abbassato le tasse, si è rivoltata. Perché lei non aveva mai detto che avrebbe abbassato le tasse soprattutto ai super ricchi. E anche se la sua base è benestante non lo è al punto tale di far parte dello 0,1% della popolazione. Davanti a una mini sommossa interna, davanti al vilipendio della stampa conservatrice, davanti ad articoli come quelli di Martin Wolf, il commentatore economico del Financial Times, una delle firme più prestigiose e autorevoli del giornale, che ha detto di lei che è “bad, mad and dangerous”, davanti a tutto questo e dopo aver continuato a sostenere, assieme ai suoi più stretti seguaci, che era tutta colpa di Putin, di fronte a questa valanga di critiche per non esserne travolta, doveva fare un passo indietro su qualche cosa. Tanto più che già qualcuno dei super ricchi da lei beneficiati aveva perfino detto: ma io veramente sono già ricco e non ho bisogno di altre 5mila sterline che darò in beneficenza, allora la signora Truss ha fatto marcia indietro. La tassa sui ricchi era un fatto simbolico. Ma tutto il resto del suo programma non lo è. È un fatto politico, economico, sociale, sostanziale. Ed è la follia a cui si riferiva Martin Wolf. E cioè che se si abbassano le tasse anche per i ceti medi, si fa in modo che ci sia un blocco dell’aumento dei prezzi dell’energia, dando dunque soldi alle compagnie petrolifere ed energetiche perché il prezzo è fissato in dollari e il dollaro sta andando su, e così facendo la spesa pubblica britannica arriverà a dei livelli assolutamente inauditi. E questo da un Governo conservatore che di solito pensa che la spesa pubblica sia una cosa satanica e che bisognerebbe ridurla ai minimi termini visto che non la si può cancellare del tutto. Per riparare all’enorme deficit della spesa pubblica esiste una sola soluzione una volta che non si possono aumentare le tasse e anzi s’intende diminuirle. E questa soluzione è prendere i soldi in prestito. Ma la Banca d’Inghilterra ha aumentato i tassi per fare fronte all’inflazione e dunque il deficit aumenterà ulteriormente. Questa è la situazione attuale del Regno Unito. Alcuni di noi pensano di chiedere rifugio nella Corea del Nord.

Il suo predecessore al 10 di Downing Street, Boris Johnson, aveva come modello di riferimento Winston Churchill…
Ed era già una cosa che faceva ridere…

La signora Truss pensa o spera di poter essere una nuova Thatcher?
È quello che lei cerca di dire. Ma oltre al fatto che indossa vestiti simili a quelli che indossava la signora Thatcher, tra di loro non c’è assolutamente niente in comune. Perché Margareth Thatcher era graniticamente rigida sulla spesa pubblica, lei la voleva tagliare, non aumentare. E dunque anche questo riferimento personale è malamente simbolico. Tutti i leader che non sono un granché cercano un rifugio nella storia. Come ho detto altre volte, è come uno quando va al supermarket sceglie le cose che più gli fanno comodo. Per Boris Johnson era Churchill e per Liz Truss è la signora Thatcher. E per Starmer è senza dubbio Tony Blair.

Questo mezzo terremoto politico avviene con un nuovo inquilino regnante a Buckingham Palace: re Carlo III. Conoscendo i trascorsi “interventisti” dell’allora principe del Galles, cosa ci si può aspettare ora che è Re?
Che si comporti in modo intelligente e che faccia come sua madre e dunque stia zitto. Non può dire nulla che sia polemico, certamente non può dire nulla contro il Primo ministro. Pare dalle voci di Buckingham Palace e dunque lasciate filtrare dallo stesso re Carlo, che lui volesse partecipare al Cop 27 e che la Liz Truss abbia detto di no.

Queste uscite contraddittorie e traumatiche della premier conservatrice, possono rimettere in gioco e dare nuove chance al Partito laburista?
Senza dubbio sì. Keir Starmer non poteva sperare in una cosa migliore dell’elezione di Liz Truss. Gli ultimi sondaggi danno il Labour party con 35 punti in più del Partito conservatore. Se ci fossero elezioni oggi il Partito conservatore quasi sparirebbe dal Parlamento. Per questo che c’è una specie di sommossa all’interno dei Tories. Perché hanno il terrore di perdere i seggi, di perdere tutto. Le cose potrebbero cambiare, se non ci saranno elezioni per i prossimi due anni, a meno che non avvenga un colpo di palazzo nel Tory, ma se pure ci fosse dovrebbero mettere un nuovo Primo ministro, che sarebbe il quinto negli ultimi cinque anni, che però non dovrebbe andare alle elezioni perché le perderebbero. Quanto al numero di primi ministri in Gran Bretagna stiamo facendo concorrenza all’Italia.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.