Caos politico a Londra
Il ritorno di BoJo, Johnson vuole riprendersi Downing Street dopo il fallimento Truss: l’ex premier ‘outsider’ con i favori della base del partito
“Hasta la vista, baby”. Aveva chiuso così il suo ultimo discorso in Parlamento Boris Johnson, con una citazione di Terminator, prima di congedarsi anche da Downing Street. Ora l’ex primo ministro inglese, pochi mesi dopo la cacciata da parte del suo stesso partito Conservatore, potrebbe godersi una inaspettata quanto veloce vendetta.
Cresce infatti il fronte all’interno dei Tories di chi si dice favorevole ad un clamoroso ritorno da premier di BoJo, per cercare di risollevare i consensi di un partito a pezzi dopo il fallimento storico di Liz Truss.
Quella che voleva essere l’erede di Margaret Thatcher si è rivelata un flop senza precedenti, riuscendo nell’impresa di restare primo ministro per sole sei settimane, un record per la storia inglese.
Le colpe di Liz Truss
Colpa del fallimento epocale delle riforme iscali promesse all’elettorato Tories, che prevedevano la riduzione delle tasse alle fasce più ricche della popolazione creando però nuovo debito: una mossa che aveva provocato la reazioni dei mercati e scatenato una ulteriore crisi economica in un Paese già colpito da una impennata dell’inflazione, pagata soprattutto dai ceti più popolari. Crisi che aveva costretto all’intervento della Banca centrale per risollevare il valore della sterlina, crollata a livelli mai visti prima.
La prima testa a cadere, sacrificata dalla stessa Truss, era stata quella del suo Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng, nominando al suo posto il moderato Jeremy Hunt, che come prima mossa aveva cancellato gran parte delle misure fiscali su cui la ministra aveva basato il suo mandato e vinto le primarie interne ai Conservatori. Ma per il partito non era abbastanza, ormai sfiduciato nella leadership di Truss, che non ha potuto fare altro che fare marcia indietro.
La partita per la leadership
Ora si apre una breve corsa per la conquista della leadership del partito e dunque del governo, visto che nel Regno Unito il capo del partito di maggioranza è automaticamente il primo ministro.
Il comitato 1922, organo interno al gruppo parlamentare Tory, ha reso noto che la competizione sarà ridotta a soli tre possibili candidati: in base alle nuove regole accelerate appena approvate servirà il sostegno di almeno 100 deputati per poter partecipare alla contesa, su un gruppo che in totale ne conta circa 350.
Il prescelto o la prescelta potrebbe essere designato già lunedì prossimo, ma in ogni modo tutto verrà definito entro venerdì 28 ottobre se lunedì si avranno fino a tre candidati: in questo caso con un ballottaggio fra i primi due da affidare al voto elettronico della base militante dal giorno dopo.
I favoriti e BoJo
Tra i favoriti per la successione a Liz Truss ci sono Rishi Sunak, 41enne ex ministro dell’Economia del governo di Boris Johnson che era arrivato secondo nelle primarie di quest’estate, e Penny Mordaunt, ex sottosegretaria al Commercio.
Ma sullo sfondo c’è un possibile ritorno di Boris Johnson che avrebbe del clamoroso. L’ex premier in questo momento è in vacanza ai Caraibi con la moglie Carrie Symonds, ma sarebbe pronto a tornare di corsa a Londra.
Nonostante la cacciata da Downing Street, col partito che lo trattò come un reietto per lo scandalo Partygate e con una inchiesta parlamentare ancora in corso per aver mentito sulle feste proibite a Downing Street durante i lockdown anti Covid, i Conservatori sanno benissimo che resta l’unico leader che gode di consenso popolare nella base.
Secondo un ultimo sondaggio YouGov, è ancora lui il preferito della base Tory con oltre il 30% dei consensi.
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