Alla richiesta di un’Europa più vicina ai cittadini una risposta tra le più incisive viene dal terzo settore. Il grande e ormai indispensabile contenitore che tiene insieme sociale, cultura, formazione, sport, housing, disabilità e tanto altro ancora, è oggi chiamato a fare la sua parte per disegnare l’Europa dell’adesso e, soprattutto, del domani. “Tanto di ciò che è innovativo e centrale, oggi passa dal terzo settore – afferma Carlo Borghetti, Segretario generale Lombardia di AICCRE, Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, che di recente ha organizzato un convegno dal titolo “Quale Europa per il terzo settore?” anche il sistema sociosanitario. Io penso che il prossimo quinquennio dovrà costruire tra l’altro un’Europa della salute, comprendendo tutti le componenti di intervento sociale “.

La prospettiva deve essere di un sistema organizzato che si affianca alle istituzioni e al privato, anche pure quanto riguarda l’intervento economico: in questo senso il mondo del terzo settore milanese e lombardo ha l’occasione di vivere un protagonismo nuovo, in parte inedito inserendosi nella partita PNRR. Qui il riferimento è alla Missione 5 Componente 2, che “valorizza la dimensione sociale delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità, dell’equità tra i generi”. In poche righe c’è tanto, tantissimo, da fare spesso in sinergia con comuni e pubblica amministrazione.

Di questo tantissimo ne sa qualcosa Luciano Gualzetti, Direttore Caritas Ambrosiana, struttura che vanta 400 centri d’ascolto nell’area della Diocesi di Milano: “Milano è approdo internazionale – racconta – serve guardare anche gli invisibili e mettere le persone in condizione di farcela: qualcuno ci ha detto per anni prima gli italiani, io dico prima gli ultimi, bisogna partire da quelli che i diritti non ce li hanno”. Luca Degani, membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore, non nasconde, però, le questioni più spinose che rendono difficile uniformare il mondo del terzo settore UE: “La differenza tra modelli sociali diversi anche solo tra nord e sud Europa, e la necessità, anche in ambito terzo settore, di trovare una strategia comune a 27, solo per citare le questioni più emblematiche”. C’è poi a rendere tutto più urgente la questione demografica, anche per Milano. Già oggi gli over 65 sono il 24,4% dei residenti, che ne fanno la più vecchia tra le grandi città europee.

Agnese Zappalà

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