È ripartita la campagna di Travaglio e dei 5 Stelle contro i migranti e contro le Ong che soccorrono i naufraghi in mare. Si torna a scrivere dei taxi del mare, paragonando i naufraghi disperati ai signori turisti che girano in Mercedes per il centro di Roma. Noi, su questo giornale, lo abbiamo sempre scritto. Il nemico numero 1 dei migranti – nel senso del più vistoso, il più spettacolare – certo è Salvini. ma i nemici veri, quelli che colpiscono duro, sono soprattutto alcuni magistrati e poi i giornalisti che li sostengono e li incitano.

Chi ha spazzato via le Ong dal Mediterraneo, rendendo impossibili moltissimi soccorsi e provocando l’aumento notevole del numero dei morti, sono state le iniziative giudiziarie, non Salvini. Lui ha chiuso i porti per un po’ di giorni, imponendo sofferenze supplementari e inutili ai profughi, ma non ha mai provocato la morte di nessuno. Anche per questo è un po’ ridicolo processarlo per sequestro di persona. Cosa si dovrebbe fare ai magistrati che hanno bloccato, in modo definitivo, i soccorsi? E anche ai governi di centrosinistra che -zitti zitti – li hanno ostacolati in tutti i modi?

Il Fatto Quotidiano, ancora ieri, con l’editoriale del suo direttore, mette sotto accusa, sulla base della cieca fiducia nei magistrati inquirenti, grandi organizzazioni umanitarie come Msf e Save the Children. Oltre naturalmente a Mediterranea, che ha tra le sue colpe quella di avere come suo esponente Luca Casarini, pericolosissimo estremista di sinistra. Mediterranea è accusata di avere ricevuto una donazione da una compagnia privata. La tesi dell’accusa è che una Ong non finanziata dallo Stato (eppure lavora per supplire alle mancanze dello Stato) non debba ricevere finanziamenti ma vivere di aria, o magari di acqua.

Msf e Save the children invece sono accusate di aver concordato con gli scafisti luogo e ora dei soccorsi. Nessuno dei magistrati (e neppure, ovviamente, il povero Travaglio, Pm di complemento ma ben agguerrito) si è occupato di informarsi su come funzionano le fughe dei disperati dalla Libia. Salpano sempre alla stessa ora, navigano sempre sulla stessa rotta. Incontrano sempre più o meno nella stessa zona di mare i rischi maggiori di naufragio. Tutti i naufragi, purtroppo assai frequenti, specie quando il mare è grosso, avvengono negli stessi luoghi. Voi pensate che un gruppo di persone che fanno i soccorritori debbano andare a navigare in quei luoghi o che invece debbano andare a nascondersi vicino a Marsala? Non serve un genio per capire queste cose. Basta un mozzo. Serve però la volontà di capirle.

Le inchieste contro le Ong (sono inchieste contro le Ong, non sulle Ong) non hanno trovato ancora niente di concreto. Accuse fatte rimbalzare bene sui giornali. È quello che conta. Pensate, tra l’altro, che Msf è inquisita per tre salvataggi. Tre. In questi anni Msf ha compiuto 456 salvataggi portando al sicuro quasi 82mila persone. Se non fosse intervenuta diverse migliaia di loro sarebbero morte. Ha ottenuto vantaggi da questo lavoro? No, solo vagonate di fango. La campagna giudiziario-giornalistica contro le Ong che effetti ha? Che i soccorsi in mare diventano sempre più difficili. Rari. E molti naufraghi affogano. Ma a loro che gliene importa?

Ciccilla

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