«Regina reginella quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello tutto d’oro e tutto bello?». Quando non c’erano ancora i tablet e non si poteva scaricare “Toca Word”, il nostro gioco preferito era questo: una “regina”, seduta su un trono immaginario, stabiliva quanti e quali “passi” dovessero fare altrettanti ipotetici “ambasciatori” per raggiungerla. «Avanza con passi da leone»; oppure: «avanza saltando su un piede solo» e così via. Leggendo le cronache dell’ultimo Consiglio dei Ministri sembra che la politica italiana, per quanto riguarda l’immigrazione, si sia ispirata a questo antico gioco. «Avanza all’indietro con passi molto lunghi», diceva la regina Salvini “all’ambasciatore” della Costa d’Avorio; «avanza simulando il galoppo», dice ora la regina Lamorgese “all’ambasciatore” della Nigeria.

Quello che è evidente – e che non torna in questo gioco – è l’estrema “discrezionalità” con la quale la regina resta arbitra indiscussa della sorte degli ambasciatori. Più o meno quello che accadrà con questo nuovo decreto: il governo stabilirà chi è meritevole di rifugiarsi in Italia e quali ONG “punire” o “promuovere”, magari continuando a “usare” in modo furbesco, attraverso la Guardia Costiera, le mille sfaccettature di una normativa che consente il “blocco” di fatto (leggi sequestro) delle navi di soccorso. State dunque certi che continuerà l’osceno balletto di polemiche politiche attorno alla sorte dei migranti e che tutti troveranno il modo di salvare la faccia senza lavarsi la coscienza. Servirebbe altro; a partire da una seria revisione della Bossi-Fini fino all’approvazione dello Ius-culturae.

“Avanza saltando su un piede solo” deve aver detto la regina ad Abou, quindici anni, partito dalla Costa d’Avorio, torturato dai carcerieri libici – come dimostravano le tante cicatrici su un corpo ormai scheletrico – e soccorso in mare, dopo che era rocambolescamente riuscito ad imbarcarsi a Zuara, dalla Open Arms e da qui trasferito sulla nostra nave “Allegra” (!) per i canonici dieci giorni di isolamento. Ma Abou non era in condizioni di saltare su un piede solo ed è morto in un ospedale di Palermo dove era stato, troppo tardi, trasferito. Non dovrebbe essere una “regina” a decidere sulla vita delle persone, ma il Diritto e l’Umanità; sempre se queste parole avessero ancora un senso ed una eco in questo Paese.