Continua la protesta
Ristoratori di Napoli bloccano di nuovo il lungomare contro De Luca e la zona arancione
Nuovi blocchi al traffico delle auto sul lungomare di Napoli per il secondo giorno consecutivo. Ancora una volta i ristoratori del capoluogo sono tornati a protestare contro l’ordinanza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che ha confermato la zona arancione fino al 23 dicembre, approvando misure più restrittive rispetto a quanto previsto dalla zona gialla prevista dal Ministero della Salute, chiudendo così il settore.
I manifestanti hanno bloccato la strada postando al centro della carreggiata alcuni new jersey di plastica e chiedendo a gran voce al governatore di ritirare l’ordinanza che istituisce la zona arancione. Molti di questi infatti avevano già investito nel cibo per i prossimi giorni, immaginando già venerdì la riapertura pubblica, salvo poi ritrovarsi con la doccia fredda della decisione di De Luca.
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Se la Campania fosse passata in Zona Gialla, le limitazioni avrebbero concesso l’apertura di ristoranti, bar, pizzerie e altre attività di ristorazione fino alle ore 18:00. Consentito, come in Zona Rossa e Arancione, l’asporto fino alle 22:00 e la consegna a domicilio senza limiti. E invece niente: l’ordinanza ha frenato le aperture ed è molto più restrittiva rispetto alle misure previste dal governo.
I ristoratori lamentano in particolare l’assenza di preavviso con la quale il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha deciso la proroga della zona arancione, mentre erano già partiti i preparativi (e le spese) per riaprire al pubblico dalla giornata odierna fino al 23 dicembre.
Come ‘risposta’ alle proteste la Regione ha convocato alle 16 di oggi una riunione con i rappresentanti delle Camere di Commercio per avviare le attività finalizzate al riconoscimento dei ristori per le spese di approvvigionamento sostenute in vista della riapertura delle attività, fermate poi dall’ordinanza firmata sabato.
“Saremo vicini – ha dichiarato De Luca – e daremo tutto l’aiuto possibile agli operatori la cui attività viene bloccata. Ma è doveroso mantenere una linea di rigore e di responsabilità. Sarebbe inaccettabile che per il rilassamento di pochi giorni si perdesse tutto il lavoro fatto per contenere l’epidemia. Sarebbe assurdo riprendere le attività per poche ore per poi doverle sospendere per mesi interi a fronte di un riesplodere del contagio. Aiuto doveroso per chi ha bisogno ma comportamenti responsabili da parte di tutti. Chiederemo a ogni nostro concittadino di aiutarci per salvaguardare un futuro di lavoro stabile e definitivo”
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