Serie A
Roma, il fascismo torna in curva. Lo striscione con i versi del brano “Er cammerata”. Da “Figli della Lupa” a “Roma marcia ancora”, la Sud si è tinta di nero
“Nun se accanna (non si abbandona ndr) un camerata, anche a rischio della vita”, canta la band “Innato senso di allegria”, complesso “identitario” di colore nero, che nel 2007 ha pubblicato l’album Quando c’era lui. È questa becera lode al fascismo la fonte di ispirazione per il ‘Gruppo Roma’, il sodalizio di destra della Curva Sud romanista che in occasione di Roma-Monza ha pensato di esporre uno striscione con alcuni versi del brano “Er Cammerata”. Una canzone tutta in romano, con una frase apparentemente innocua, “Io ce resto su ‘sta strada finché mi reggono le gambe. È co’ sto core e co’ sta faccia che so’ diventato grande”, ma vicina alla cultura di estrema destra.
Con i teloni srotolati poco prima del calcio d’inizio, in tanti si sono interrogati sul significato del verso, ma è bastata poco più di un’ora e il contesto è diventato chiaro tutti. Si alimenta così la polemica per le simpatie totalitarie di una parte dei tifosi della Roma, che da qualche anno guadagnano sempre più visibilità con iniziative simili. Circa due anni fa, nel centenario dell’evento che diede via al ventennio fascista, nel settore più caldo del tifo giallorosso compariva una bandiera con su scritto “Roma marcia ancora”. Concetto esportato anche in Europa, nella finale di Conference League contro il Feyenoord, quando al centro del settore riservato ai tifosi della Roma di Mourinho, il ‘Gruppo Roma’ si fece riconoscere con maglie bianche con su stampata la medesima immagine. Un anno dopo, a Budapest, nell’ultimo appuntamento di Europa League, avrebbero invece ideato la coreografia “Figlia della Lupa”, rimandando al corpo dei balilla più piccoli.
Tra poco, non appena la proprietà americana – rigorosamente davanti alla tv – si interrogherà sul significato dello striscione, qualcuno dovrà spiegargli cosa succede da qualche anno a questa parte all’Olimpico, magari per sensibilizzarli al tema. Sempre che non preferiscano salutare come fa Elon Musk.
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