Sognando il ponte del 2027
San Francesco, festa nazionale il 4 ottobre: l’Italia è una Repubblica fondata sul riposo
Per quest’anno non cambia niente. Sabato 4 ottobre è la festa di San Francesco, ma sarà come un sabato qualunque. Dall’anno prossimo – l’anno delle celebrazioni dell’ottavo centenario della morte del patrono d’Italia – la festa tornerà a essere una “festività”, dando diritto a un giorno di riposo in più. Retribuito ovviamente.
San Francesco festa nazionale, gli effetti in busta paga
Oggi c’è stato il passaggio definitivo al Senato, ma San Francesco aveva già fatto il miracolo alla Camera, creando una inedita unanimità: solo due voti contrari (che in realtà non contestavano la proposta di legge di Noi Moderati, ma semplicemente suggerivano di far coincidere la festività con una domenica). In un caso, come nell’altro gli effetti in busta paga saranno modesti: saranno percepiti solo per coloro che, nonostante la festività, dovranno andare comunque al lavoro. Per tutti gli altri sarà solo un giorno di riposo in più. Dopo tanto parlare di salari bassi, di bassissima produttività, quello che riusciamo a tirar fuori dal cilindro è un altro giorno di riposo. Con tutto il rispetto per il Santo Patrono d’Italia, s’intende. Ma persino il portavoce dei frati ha preferito mettere le mani avanti.
L’Italia è una Repubblica fondata sul riposo
La nostra Repubblica pare “fondata sul lavoro” solo nelle parole della Costituzione. Nella sostanza, nella realtà, il nostro Paese sembra fondato su un altro patto fondamentale: quello del riposo. E la Repubblica “fondata sul riposo” trova tutti concordi, destra e sinistra. Eppure, Dio solo sa quanto bisogno c’è di lavorare, di produrre reddito, in un Paese dove i salari non crescono e dove la produttività sembra non essere un problema. Insomma, mentre c’è bisogno di pane, preferiamo assicurare le brioches. La frase è da sempre attribuita a Maria Antonietta, vero o no che l’abbia pronunciata, fotografa alla perfezione il sentimento di “fine secolo”. Quando manca l’essenziale sembra naturale assicurare il superfluo.
Il riposo è una gran cosa
Il riposo è una gran cosa, soprattutto per chi lavora. È noto che l’Italia ha qualche record negativo: tra questi brilla quello del minor numero di ore e di anni passati al lavoro. La scelta del Parlamento a favore della festività rinnovata, in nome di San Francesco, però ha una sua coerenza: anche la contrattazione da qualche anno sembra più rivolta ad aggiungere riposi e permessi, anziché accettare la ruvida misurazione della produttività, per poter avere i sacrosanti aumenti salariali. L’elenco aggiornato delle festività comprenderà quindi tutte le domeniche e le principali ricorrenze religiose e civili, tra cui Capodanno, Epifania, Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, Ferragosto, 1° novembre, 8 dicembre, Natale e Santo Stefano. Tutti convinti che sia una buona cosa trovare uffici pubblici chiusi, studenti a casa, insieme ai genitori che potranno godersi qualche ora di sonno in più, oltre ai Rol, alle ex-festività, ai permessi di salute propria e altrui.
San Francesco, il ponte del 2027
L’introduzione effettiva della festa di San Francesco sarà in vigore a partire dal primo gennaio 2026, ma nel corso del primo anno di vigenza, non si percepirà alcuna differenza, vista la coincidenza con la domenica. Nel 2027 già si prefigura un ponte allettante, con la festività di San Francesco che cadrà di lunedì. Si faccia o non si faccia il Ponte di Messina, il genio italico è sensibile ai ponti: quest’anno con una manciata di giorni di ferie – tra il 25 aprile e il primo maggio – c’è chi s’è fatto quindici giorni di vacanza. Viva i ponti, viva le feste, viva il riposo. Evviva le brioches.
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