I giudici di sorveglianza hanno risolto il caso della mamma rom incinta che tra poche settimane partorirà due gemellini e che si trova nella cella di un carcere di Rebibbia. È accusata di piccoli furti ma ha una sentenza definitiva a Milano. E questo fatto complicava tutte le cose. Si rischiava di non potere ottenere la scarcerazione. Il garante dei detenuti di Roma, Gabriella Stramaccioni – ne abbiamo riferito un paio di giorni fa – aveva lanciato l’allarme e noi lo avevamo ripreso. Per fortuna certe volte le storie più drammatiche finiscono bene, anche perché, per fortuna, nell’apparato dello Stato si “nascondono” delle persone sagge, preparate e ragionevoli, che si rifiutano di fare i burocrati o gli sbirri e operano per la legalità e per l’umanità.

È successo così che sia Roma che a Milano si siano trovati dei giudici di sorveglianza seri a capaci, che in pochi giorni hanno risolto il problema e permesso alla futura mamma dei due bebè di essere accolta in una comunità dove potrà essere assistita e dove potranno essere assistiti i suoi figli. Se Dio vuole stavolta non succederà quello che è successo questa estate, quando una signora incinta è stata costretta a partorire in cella, senza neppure l’assistenza di un medico o di una infermiera ma con l’aiuto di una detenuta generosa.

Resta sul tappeto il problema generale. Ci sono ancora troppi bambini in carcere. E troppe donne incinte. Esiste un articolo del codice di procedura penale che proibisce la detenzione delle donne incinte. (“Salvo motivi straordinari”). I problemi sono due: il primo è che questo articolo si riferisce solo alla detenzione preventiva, il secondo è che con la clausola dei “motivi straordinari” si concede un potere praticamente infinito ai magistrati. E non tutti i magistrati sono come i magistrati di sorveglianza che hanno risolto il caso dei due gemellini. Si tratterebbe di riformare questa norma, di renderla stringente e di estenderla anche alle pene definitive. Dovrebbe intervenire il Parlamento. Ma su questi temi il Parlamento, spesso, è a maggioranza assoluta di conigli.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.