“Sono sempre con l’ansia di sapere cosa è successo a mia figlia. Ho saputo da poco della decisione della Procura di Firenze quindi non so che idea farmi, ho letto poco, spero solo che tirino fuori qualcosa che possa riportarmi mia figlia. Mi auguro tanto che ciò sia una svolta per le indagini”. Queste le parole di speranza di Katherine Alvarez, mamma di Kata, la bimba di cinque anni scomparsa a Firenze il 10 giugno scorso.

“Qualcuno sa cosa è successo ma non parla. Ho parlato con Abel ma lui dice che non c’entra in questa storia” ripete Katherine ai giornalisti “spero che gli inquirenti trovino le persone che hanno fatto tutto questo. Ma io sento che Kata è viva”. Intanto arriva la svolta nell’inchiesta.

L’ipotesi è un sequestro di persona a scopo di estorsione. Ci sono cinque indagati – quattro peruviani, tra i quali una donna, e un romeno – sospettati di essere coinvolti nella sparizione della piccola, che forse potrebbero aver portato via dentro a dei borsoni o a dei trolley oppure uccisa all’interno dello stabile occupato.

Tra di loro, tutti ex occupanti abusivi dell’albergo, ci sono anche due zii di Kata: quello materno, Argenis Abel Alvarez Vasquez, detto Dominique, 29 anni, in questo momento detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano per il presunto “racket delle camere”, e il fratello del padre della bambina scomparsa, Marlon Edgar Chicclo Romero, 19 anni.

Gli altri indagati sono Alberto Dinu Sorin, 29enne romeno, Rosmery Puillco Oquendo, 31enne peruviana, Sharllin Jhilary Huaman Oquendo, 26enne peruviano,. Sarebbe stato proprio il mercato dell’affitto delle stanze nello stabile occupato il motivo della presunta ritorsione che si sarebbe abbattuta sull bimba.

Il “racket delle camere” è un’altro filone di indagine seguito dagli investigatori nell’inchiesta principale legata al sequestro di persona, che all’inizio di agosto ha portato a quattro misure cautelari, con la detenzione in carcere dello zio materno di Kata. La Procura di Firenze ha disposto nei confronti dei cinque indagati accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all’estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell’hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola vittima sparita nel nulla.

Redazione

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