Il libro
“Siate matti con juicio”, il percorso filosofico e politico di Ernesto Paolozzi
“Siate matti con juicio” è il titolo del libro, Edizioni Sophia, dedicato al filosofo e politico napoletano Ernesto Paolozzi (morto il 9 aprile 2021) che sarà presentato mercoledì 27 Novembre 2024, alle ore 17:30, presso la Sala “Silvia Ruotolo” (via Morghen 84, Vomero). All’incontro, che si inquadra nel ciclo dei “Mercoledì culturali” curati da Ersilia Di Palo, saranno presenti l’autrice Olimpia Ammendola, Lea Reverberi, moglie di Ernesto Paolozzi e i figli Mariano e Federica, la presidente della Municipalità 5 Clementina Cozzolino. Il libro sarà presentato da chi scrive e da Giuseppe Limoni che ha curato la prefazione.
Il libro ricostruisce il percorso sia filosofico che politico di Ernesto Paolozzi, impegnato sin dai suoi anni giovanili nel rinnovamento culturale, politico e sociale della città di Napoli, mettendo ben in risalto la rispondenza tra pensiero e impegno civile. Un impegno svolto con realismo, prudenza e razionalità, secondo le coordinate tipiche dell’indirizzo liberale alla cui fonte si era formato.
Paolozzi, come il libro ci ricorda, fu un liberale di sinistra ponendosi sulla scia politica di Valerio Zanone e della operosa rivista “Critica liberale”.
Un orientamento specifico del liberalismo italiano nel quale Ernesto, partendo dalla lezione di Croce e Franchini, si posizionava polemizzando fortemente con i vari marxismi dei suoi anni giovanili, contro “una visione messianica, oracolare del marxismo, una visione che non lasciava spazio al dubbio, impregnata di determinismo e della categoria della necessità, una versione che soffocava la possibilità, quella categoria che l’esistenzialismo aveva cercato di far emergere da una soffocante visione totalizzante, cui l’uomo, la persona, i suoi diritti fondamentali venivano inglobati in una concezione onnicomprensiva in cui particolare e universale coincidevano” (p. 25).
Il suo è un indirizzo politico e di pensiero che, al contempo, lo porta ad interrogarsi sulla nuova realtà del lavoro che intanto ha subito profondi cambiamenti con l’avvento della globalizzazione e l’impiego delle nuove tecnologie. Due elementi, questi ultimi, che anziché emancipare gli uomini dalla fatica, come sarebbe stato naturale, hanno indirettamente favorito il riproporsi di questioni che sembravano ormai risolte una volta e per tutte, rimettendo invece in discussione i diritti fondamentali e la dignità stessa del lavoro conquistati nel corso del XX secolo.
È così che il liberale Paolozzi avverte la necessità di una problematizzazione dei nuovi scenari sociali e di estenderla dall’ambito sociale a quello politico proprio nel momento storico in cui la stessa democrazia, per quanto assunta come universale orizzonte planetario, mostra incertezze e debolezze da sembrare non essere più, come egli dice, “foriera di una maggiore giustizia sociale, né di una maggiore libertà” (p. 38). Il libro di Olimpia Ammendola non ha solo la funzione di ricostruire il percorso formativo di Paolozzi e un segmento di storia civile contemporanea della città di Napoli. Esso offre anche importanti spunti e strumenti concettuali a chi cerca di comprendere il proprio presente storico attingendo proprio dalle domande che hanno mobilitato, nel suo percorso esistenziale, pensiero e azione di Ernesto.
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