Ogni otto ore, in Italia, una persona muore sul lavoro. Non è una statistica, ma una ferita collettiva che attraversa cantieri, fabbriche, aziende agricole. Il nuovo Decreto-Legge 31 ottobre 2025, n. 159, proposto congiuntamente dal Ministero del Lavoro, dal Ministero per la Protezione Civile e dalla Presidenza del Consiglio, tenta di dare una risposta concreta a questa emergenza. Un decreto che nasce dall’urgenza di coniugare controllo, prevenzione e formazione, con una visione più moderna e, finalmente, strutturale della sicurezza.

Il ruolo centrale dell’INAIL e il valore della formazione

Cuore del provvedimento è il rafforzamento del ruolo dell’INAIL, chiamato non solo a potenziare i controlli ma anche a promuovere una cultura della sicurezza già a partire dalle scuole, integrando la materia nell’educazione civica. Dal primo gennaio 2026, l’Istituto gestirà un sistema premiale per le imprese virtuose, con sconti sui contributi a chi registra meno incidenti e penalizzazioni per chi trascura le norme. È un approccio liberale e meritocratico, che premia la responsabilità e la qualità, non la mera burocrazia. La formazione diventa, finalmente, obbligo sostanziale e non formale: anche le imprese sotto i 15 dipendenti dovranno garantire un referente per la sicurezza adeguatamente aggiornato.

Digitalizzazione e trasparenza nei cantieri

Innovazione e legalità si incontrano nel badge digitale, già in sperimentazione nei cantieri romani. Una tessera univoca e anticontraffazione per monitorare presenze, regolarità contributiva e — indirettamente — il rispetto delle norme di sicurezza. Uno strumento che, se ben gestito, può ridurre il lavoro nero e migliorare la tracciabilità negli appalti pubblici e privati. È la prova che la digitalizzazione può essere anche un presidio etico, non solo tecnologico.

Agricoltura e appalti sotto la lente

Particolare attenzione è riservata al settore agricolo, spesso teatro di irregolarità diffuse. Le imprese potranno accedere agli incentivi solo dimostrando un triennio “pulito” da sanzioni e condanne in materia di sicurezza. Si rafforzano inoltre i controlli su appalti e subappalti, con l’obbligo di tracciabilità dei flussi e una stretta sul lavoro nero. È un cambio di paradigma: chi compete sul prezzo sacrificando la sicurezza non è più concorrenza, ma illegalità.

Dalla repressione alla cultura della sicurezza

Il decreto non si limita a inasprire sanzioni, ma punta sul cambiamento culturale. Prevede la gestione dei “near miss”, gli incidenti mancati, e l’obbligo di segnalazione per le aziende con più di 15 dipendenti. Introduce inoltre la possibilità di visite mediche straordinarie in caso di sospetto uso di droghe o alcol nei contesti a rischio. Infine, le sanzioni amministrative riscosse dalle ASL saranno reinvestite nella prevenzione, nei programmi SPRESAL e nella formazione ispettiva.

Un segnale riformista e europeo

Il DL 159/2025 rappresenta un passo riformista nella direzione giusta: un equilibrio tra libertà d’impresa e tutela del lavoro, tra innovazione e responsabilità. È una norma che parla di Stato moderno, capace di prevenire invece che punire, e di farlo con strumenti digitali, incentivi intelligenti e una visione europea della sicurezza come diritto di cittadinanza economica.