L'Austria annuncia che non aprirà le frontiere all'Italia
“Sospendiamo il patto di stabilità anche per il 2021”: la proposta per l’Europa
“Noi auspichiamo che le regole del patto di stabilità, sospese per il 2020, lo rimangano anche per il 2021“, ha dichiarato Bruno Le Maire, ministro dell’Economia della Francia, in un’intervista al quotidiano Le Figaro. Parigi auspica dunque che le regole di disciplina di bilancio tra i membri dell’Unione Europea vengano sospese anche per il 2021 oltre che per il 2020, vista la crisi innescata dalla pandemia da coronavirus.
Le questioni economiche sono al centro del dibattito e delle polemiche in Europa. Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca si sono espressi contro il recovery fund da 500 miliardi proposto da Germania e Francia. “Vogliamo essere solidali con gli Stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi” ha dichiarato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz.
Alla contrapposizione tra Paesi del Nord e Paesi del Sud che verteva su temi economici, adesso si aggiunge la questione delle riaperture: Kurz ha fatto sapere che non riaprirà i confini ad altri Paesi che non hanno la situazione dei contagi sotto controllo. “Faremo di tutto per non mettere in pericolo la nostra salute e mantenere basso il contagio e i confini con i Paesi che non hanno ancora sotto controllo la situazione restano chiusi”, ha scritto su Twitter Kurz.
“I confini con l’Italia e la Slovenia non si apriranno così rapidamente perché sono delicati“, ha aggiunto Kurz mentre “gli ospiti austriaci e quelli provenienti da paesi ‘sicuri’, come la Germania, sono benvenuti”. L’inizio della stagione turistica è previsto in Austria il 29 maggio. Le riaperture tra i Paesi europei il 3 giugno. Il ministro degli Affari Europei italiano Enzo Amendola ha lamentato: “Chiudere i confini esterni per invogliare il turismo in Austria non mi sembra una trovata sensazionale. Noi lavoriamo in coordinamento con la Commissione europea per una gestione delle frontiere coordinata in base ai dati epidemiologici. Non è tempo di spot o proclami unilaterali, ma di intenso lavoro per unire l’Europa in questa fase delicata”.
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