La proposta di Emmanuel Macron e Angela Merkel di un fondo per la ripresa da 500 miliardi di euro rappresenta una novità storica. Il motivo è presto spiegato: la proposta si basa sul debito comune europeo e prevede trasferimenti diretti – non prestiti – dai paesi del Nord ai paesi del Sud Europa. L’intesa raggiunta conferma due costanti della storia europea. La prima è il rilievo dell’impulso franco-tedesco nella costruzione dell’Unione. La seconda è che l’Europa avanza grazie alle crisi, proprio come nel caso di Covid-19.

Ovviamente l’accordo va ancora accolto dagli altri stati membri. Secondo il quotidiano francese Le Monde, se questa condizione si dovesse verificare sarebbe un «passo decisivo dell’Europa verso una solidarietà di bilancio, una politica sanitaria meglio coordinata e una sovranità meglio condivisa». Ma non sarà facile. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha già preso le distanze, rivendicando l’alleanza con Olanda, Svezia e Danimarca sul fronte del “No”. «Vogliamo essere solidali con gli Stati colpiti duramente dalla crisi, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi», ribadisce Kurz. « Siamo convinti – prosegue – che il rilancio dell’economia europea sia possibile, senza una comunitarizzazione dei debiti».

Tuttavia, la proposta di Francia e Germania ha un peso enorme nella bilancia dei rapporti tra gli stati membri. E lo strumento di debito europeo, necessario per darsi un meccanismo efficace di solidarietà, potrebbe funzionare. In sostanza, la commissione dovrebbe prendere a prestito 500 miliardi di euro sul mercato per distribuirli ai paesi maggiormente colpiti dal sisma economico provocato dalla pandemia. Il debito dovrebbe poi essere restituito ai creditori dall’Unione stessa e non dai singoli stati beneficiari. Nell’ormai celebre discorso al Bundestag del 23 aprile scorso, Angela Merkel aveva detto: «Dobbiamo rafforzare l’Europa dopo questa crisi», sapendo che «la Germania starà bene se starà bene l’Europa». In più, come spiega il quotidiano francese L’Opinion, «Emmanuel Macron è riuscito a convincere Merkel a fare accettare ai tedeschi la mutualizzazione di un debito europeo». Sarebbe la prima volta nella storia dell’Europa. Proprio nel momento in cui la crisi da coronavirus ha stravolto l’Unione con «le frontiere interne ristabilite e le politiche nazionali più invadenti».

Ovviamente, non mancano le perplessità. Il quotidiano spagnolo El Pais considera l’accordo «un passo nella direzione giusta » e celebra «il fatto che sarebbero sovvenzioni a fondo perduto e non prestiti». Tuttavia, El Pais teme che nella «richiesta per i beneficiari di un chiaro impegno a seguire politiche economiche sane» riemerga il fantasma della «vecchia e crudele condizionalità». L’accoglienza dell’intesa franco-tedesca è accolta con grande entusiasmo nella sinistra francese. Laurent Joffrin, direttore del quotidiano Libération, parla di «balzo in avanti». Spiega Joffrin: «È una brutta giornata per gli antieuropei. Per loro la crisi da Covid-19, insieme al disastro economico, avrebbe spazzato via la comunità europea» con il ritorno dei «tempi benedetti del ciascun per sé». Anche la sentenza della Corte costituzionale tedesca contro la Bce sembrava andare in questa direzione. «Ma è andata al contrario», esulta Joffrin. «Angela Merkel ha capito che l’Ue rischiava di implodere e distruggere i partner economici di cui la Germania ha bisogno». Alla fine, conclude il direttore di Libération, «l’Ue ha oscillato nella crisi, ma, invece di affondare, naviga».

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