Il racconto/4
Storia del luglio 1960, quando l’antifascismo divenne nuovamente un valore
Meriterebbe una riflessione approfondita, un rapporto che a prima vista potrebbe apparire paradossale, ma non lo è, quello tra la rottura del luglio del 1960, così profonda e radicale, e la nascita del più importante tentativo di riformismo dall’alto sperimentato in Italia, col governo di centrosinistra costruito sull’alleanza tra socialisti e democristiani negli anni immediatamente successivi. Anche chi, come chi scrive, è stato contrario a che il Psi si mettesse in quell’operazione, sembra ora impossibile mettere in dubbio il rapporto tra i due avvenimenti.
Un rapporto che, tuttavia, dovrebbe essere indagato anche alla luce dell’esperienza di quel governo di centro-sinistra, sia rispetto alle sue importanti realizzazioni, dalla riforma della scuola media alla nazionalizzazione dell’industria elettrica, sia rispetto alla sua involuzione moderata, fino al suo fallimento strategico rispetto all’obiettivo della trasformazione della società.
Sarebbe uno dei suoi più lucidi protagonisti, Riccardo Lombardi, ad offrirci a questo scopo ancora un buon punto di avvio per la ricerca. Ricerca che, peraltro, non si esaurirebbe nel rapporto che c’è tra il luglio del 1960 e la messa in campo dell’ipotesi riformista, ma che si allunga fino a doverci chiedere di indagare il rapporto con un ancora più grande imprevisto, quello che diede luogo al biennio rosso ‘68-’69, che verrà un decennio più tardi.
4/continua
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