Giustizia
Suicidi in carcere, quello di Imperia è solo l’ultimo: è un’emergenza nazionale
Il sistema carcerario è una emergenza nazionale. Oltre all’ormai cronico sovraffollamento, le prime settimane del 2024 stanno segnando un incremento senza precedenti dei suicidi tra i detenuti. L’ultima tragedia si è consumata lunedì scorso nel carcere di Imperia dove un uomo sessantaseienne, in attesa di giudizio per tentato femminicidio, si è impiccato nella sua cella. Dall’inizio dell’anno i suicidi dietro le sbarre sono stati tredici, di questi dodici per impiccamento ed uno a seguito dello sciopero della fame. La distribuzione geografica dei suicidi è uniforme nelle carceri italiane ed ha riguardato tutte le fasce di età, dai 23 ai 66 anni, la maggior parte sotto i 39 anni. Nel 2022 c’erano stati ottantaquattro suicidi, sessantanove nel 2023.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che sta accadendo nelle carceri, l’ex parlamentare radicale Rita Bernardini e il deputato di Italia viva Roberto Giachetti hanno iniziato nei giorni scorsi uno sciopero della fame, il Grande Satyagraha, promosso da Nessuno tocchi Caino. Riguardo al tasso dei suicidi nella popolazione carceraria italiana, una ricerca dell’Oms del 2019 ne aveva evidenziato una discrepanza con quello nella popolazione generale. Se il tasso era di 0,67 casi ogni 10.000 persone, in carcere era di 8,7 ogni 10.000 detenuti, di fatto oltre tredici volte in più. L’associazione Antigone che da anni si occupa di carceri ha proposto, per invertire la rotta, una profonda rivisitazione del regolamento penitenziario che dovrebbe prevedere innanzitutto una maggiore apertura nei rapporti con l’esterno, tramite la possibilità di svolgere più colloqui e soprattutto più telefonate in qualsiasi momento.
Grande attenzione andrebbe poi posta al momento dell’ingresso e dell’uscita dal carcere, fasi estremamente delicate e durante le quali si verificano spesso dei suicidi. L’entrata in carcere, in particolare, dovrebbe avvenire in maniera lenta e graduale affinché il detenuto abbia la possibilità di ambientarsi. E lo stesso dicasi per la fase di preparazione al rilascio a fine pena, in modo che l’ormai ex detenuto venga accompagnato al rientro in società. Nell’ultima relazione del Garante nazionale dei detenuti è emerso negli ultimi tre anni un aumento costante della popolazione carceraria, con un incremento di oltre ottomila detenuti, corrispondente al 13,31 percento. Insieme all’aumento della popolazione detenuta si è registrata una diminuzione dei posti disponibili, passando dai 3.371 del 2020 ai 3.905 posti in meno nel 2024, con conseguente modica dell’indice di affollamento, passato dal 113,18 percento nel 2020 al 127,48 percento attuale.
Per Gennarino De Fazio, segretario della Uil polizia penitenziaria, servirebbe poi una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati psichiatrici e percorsi alternativi per i tossicodipendenti che sono ormai la maggioranza. A parte le iniziative radicali e di Italia viva, sul fronte della politica tutto tace. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio recentemente ha paragonato i suicidi in carcere ad una ferita, ad una malattia da accettare. Una affermazione che non è condivisa da tutta la maggioranza di centrodestra.
“Come ho già avuto modo di dire in diverse occasioni, l’ecatombe dei suicidi nelle carceri ci impone di intervenire urgentemente, altrimenti quest’anno rischiamo davvero di arrivare al record assoluto”, ha ricordato il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama. “Non possiamo certo rassegnarci di fronte a questi numeri così impressionanti: il detenuto è un uomo inerme nelle mani dello Stato che ha il solenne dovere di garantirne la salute del corpo e anche dell’anima”, ha aggiunto Zanettin, ricordando che “non possiamo certo aderire alla cultura dell’indifferenza e dello scarto, come più volte ci ha ammonito Papa Francesco”. “Qualcosa si deve fare per evitare questa deriva suicidaria”, ha quindi concluso il senatore azzurro. Un auspicio che si spera venga raccolto.
© Riproduzione riservata






