Palazzo Chigi teme scossoni
Tensioni in Fratelli d’Italia dopo il ‘commissariamento’ imposto da Meloni: il mal di pancia di Donzelli
La nomina di Arianna Meloni sta destabilizzando sotto traccia gli assetti interni. L’accerchiamento sta diventando come una sorta di profezia che si auto avvera
Nel bunker di Palazzo Chigi. Tra Giorgia Meloni e i Fratelli (coltelli) d’Italia. Negli ultimi mesi si parla sempre di più della cosiddetta “sindrome di accerchiamento” della presidente del Consiglio. Con Meloni sempre sulla difensiva, sospettosa, che vede complotti in ogni dove. L’ultima macchinazione immaginata dalla premier è quella del governo tecnico. Un’operazione ostile orchestrata da mercati e “poteri forti”. Il tutto a colpi di spread, con la regia del Commissario dell’Unione Europea Paolo Gentiloni e la complicità di alcuni pezzi del centrodestra. Meloni, insomma, si guarda le spalle. E infatti ha fatto recapitare ad alleati e avversari questo messaggio: “Se cade il governo si va a votare”.
Il che significa che la premier teme come non mai una crisi dell’esecutivo che potrebbe sfociare in un governo puramente tecnico. Ma anche in una nuova maggioranza politica oppure in un esecutivo di centrodestra con un cambio al vertice di Palazzo Chigi. Scenari che sembravano impensabili, solo fino a qualche mese fa. Ma che ora non appaiono del tutto privi di fondamento agli occhi dei soliti beninformati. L’accerchiamento, per Meloni, sta diventando come una sorta di profezia che si auto avvera. E infatti, più o meno fisiologicamente, anche Fratelli d’Italia comincia a mostrare le prime crepe al suo interno. Il partito della premier non è più un monolite e la nomina di Arianna Meloni alla guida della segreteria politica di Fdi sta destabilizzando sotto traccia gli assetti interni a Via della Scrofa. Perfino un fedelissimo di Meloni come Giovanni Donzelli, secondo i rumors, non avrebbe preso benissimo la promozione sul campo della sorella della presidente del Consiglio. Il partito stava diventando il feudo del deputato toscano e la scelta di Arianna ha disinnescato le ambizioni di Donzelli prima che si concretizzassero effettivamente.
Ma il “commissariamento” di Fratelli d’Italia ha allontanato dal cerchio magico della premier un altro personaggio di spicco del melonismo. Si tratta della deputata Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia. Vicinissima a Meloni da sempre, un cursus honorum nei movimenti giovanili della destra, consigliera regionale del Lazio dal 2010. Non è ancora una frondista, ma nemmeno lei avrebbe preso benissimo le ultime decisioni della premier sugli equilibri interni al partito della Fiamma. Prime freddezze dopo anni di idillio. Qualche piccola crepa che impensierisce Palazzo Chigi.
Un ambiente in cui continuano ancora i problemi legati alla comunicazione. Con una new entry nello Staff di Fratelli d’Italia: la giornalista romana Federica Frangi, che sarà chiamata a gestire le presenze televisive dei parlamentari del partito. La partenza di Mario Sechi non è bastata a risolvere i problemi comunicativi di Palazzo Chigi e di FdI. A dimostrazione di ciò, c’è l’irritazione negli ambienti vicini alla premier per la gestione discutibile della fuga in avanti di Meloni sulla paura di un governo tecnico o dei retroscena sugli aut-aut agli alleati e gli spettri del ritorno al voto e della crisi dell’esecutivo di centrodestra. Tutte mosse che, secondo alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, avrebbero mostrato al pubblico un’immagine di debolezza e precarietà più che di forza e stabilità. A livello mediatico, Meloni è sempre più infastidita dalle campagne ostili portate avanti dalla stampa vicina all’opposizione e da alcuni siti giornalistici indipendenti.
A tutto ciò si aggiungono i primi mugugni dei fratelli coltelli. In questo il precursore è stato Fabio Rampelli, il vicepresidente della Camera che è stato anche il mentore della premier, oltre che di Colosimo. Rampelli ha cominciato a organizzare un controcanto silenzioso a partire dall’inizio della legislatura, quando è stato escluso da qualsiasi incarico di governo. Il parlamentare e gli uomini a lui più vicini, soprattutto a Roma e in Lazio, alimentano una polemica interna e sotterranea sulla gestione del partito. Le profezie possono avverarsi da sole.
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