"Nessun allarme ma non abbassiamo la guardia"
Terapia intensiva piena al Cotugno, tutti pazienti non vaccinati: “Quattro sono giovani e senza patologie pregresse”
Tutti non vaccinati: i pazienti che occupano tutti i posti della terapia intensiva dell’Ospedale Cotugno di Napoli – centro specializzato sulle malattie infettive e tra i principali avamposti contro la pandemia da covid-19 in Italia – non hanno ricevuto alcun siero anti-covid. E ora sono intubati, tenuti in coma farmacologico, con serie forme di polmoniti interstiziali bilaterali. Lo riporta il quotidiano Il Mattino spiegando che quattro dei pazienti sono giovani e privi di patologie pregresse alle spalle. Sotto pressione anche ala terapia sub intensiva dove i posti occupati sono 28 su 32 letti disponibili: tra questi anche un 17enne e quattro vaccinati ma provati da altre patologie.
Il Cotugno è l’unico polo covid della città con i reparti infettivi e alla Rianimazione del Policlinico Federico II e Vanvitelli. La situazione è assolutamente sotto controllo, anche nei policlinici. Occupati altri 70 posti letto di degenza ordinaria e altri cinque ricavati al pronto soccorso per un totale di 115 posti dedicati solo alle cure per il covid: il 90% occupati, il 10% dei pazienti vaccinati. C’è inoltre la possibilità di convertire altri posti letto, che comunque verrebbero privati ad altre malattie infettive.
Ma comunque non va sottovalutata questa fase dell’emergenza che in tutta Europa sta provocando una nuova e aggressiva ondata di contagi: una “pandemia dei non vaccinati” come è stata definita. “Gli accessi Covid sono leggermente aumentati nelle ultime due settimane – ha commentato a Il Mattino Cristina Boccia, bed manager dell’azienda dei Colli – il via vai delle autoambulanze in pronto soccorso è un po’ cresciuto ma per ora nonostante tutto siamo in equilibrio con i dimessi proprio grazie alla notevole quota di vaccinati che rimandiamo a casa in quanto privi di polmoniti. Molti pazienti che sviluppano la malattia da vaccinati non avanzano verso forme severe che richiedono l’ospedalizzazione. Circa il 90 per cento di quelli ricoverati sono invece privi di copertura vaccinale“.
Un monito, senza allarmismi, era stato lanciato qualche giorno fa anche dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli (della quale fa parte il Cotugno), Maurizio Di Mauro, che aveva sottolineato come si stia abbassando la guardia, in riferimento al centro storico affollato nel ponte del primo novembre: “Stiamo registrando un dato allarmante: ormai oltre il 93-94 per cento dei ricoverati sono persone non vaccinate. Anche giovani. Abbiamo trentenni intubati in terapia intensiva. Proprio ora abbiamo ricoverato in subintensiva un diciassettenne No Vax con una polmonite conclamata. Tutto questo fa rabbia – diceva a Repubblica Napoli – c’erano persone disperate per non aver fatto il vaccino. Molti hanno spiegato di non averlo fatto per tutto quello che si è sviluppato dal punto di vista della comunicazione. Si è detto che il vaccino fa male e loro hanno avuto paura. Viceversa, dopo milioni di somministrazioni effettuate in tutto il mondo, possiamo dire non solo che è efficace, ma che gli effetti collaterali sono blandi e non diversi da quelli di altri vaccini”.
È quindi il vaccino a fare la differenza, come sottolinea Rodolfo Punzi, direttore del dipartimento infettivologico, a Il Mattino: “A partire dai fragili dobbiamo correre con la terza dose. Osserviamo un aumento dei contagi. La terza dose per alcune categorie è fondamentale e dovremmo anche recuperare chi non si è vaccinato che dovrebbe essere la priorità. Dobbiamo anche impegnarci a tenere alta la guardia con le mascherine e senza rischiare negli assembramenti. Tra i vaccinati entrano in ospedale solo quelli che hanno molte patologie concomitanti”.
A Napoli nei giorni scorsi è stata osservata anche una nuova sottovariante della variante Delta del covid, quella dalla scorsa estate predominante in Italia e in tutta Europa: si chiama AY46.6. La sottovariante sembra essere dominante in Campania ed è classificata come “di interesse” sulla banca dati internazionale Gisaid.
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