Sei punte
Terroristi tra i civili, il rapporto della bella Onu addormentata che smaschera Hamas
Si occupa di molte questioni il rapporto reso il 12 giugno dalla Commissione di inchiesta dell’Onu “sui territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est e Israele”. Vi si trovano rilevazioni e descrizioni dei crimini commessi da Hamas e altre forze terroristiche palestinesi il 7 ottobre; vi si trovano allegazioni a carico di Israele, che avrebbe usato forza sproporzionata nelle operazioni militari e avrebbe fatto ricorso a indebiti atti di afflizione della popolazione civile.
Un fiume di cose interessanti, da cui nei prossimi giorni pescheremo qualche significativa pepita. Ma – prima che sfugga al setaccio – occupiamoci di questa, insabbiata nel fondo di quel rapporto, a pagina ventuno di ventun pagine, punto 109, lettera e: “Evitare l’uso di beni o proprietà civili per scopi militari, in linea con tutti gli obblighi del diritto internazionale umanitario, e attuare una chiara separazione dalle aree civili”. Ohibò! E a chi è rivolta questa intimazione della Commissione Onu? È rivolta al “governo dello Stato di Palestina” e alle “autorità de-facto di Gaza” (insomma a chi davvero mena le danze laggiù, vale a dire i terroristi).
Accidenti. Vuoi vedere che il “governo dello Stato di Palestina” e i poteri “di fatto” che spadroneggiano a Gaza utilizzano, in violazione del diritto internazionale e umanitario, strutture e aree civili per scopi militari? Eh, pare di sì. Sennò che gli intimi di non farlo? È allora ohibò un’altra volta. Perché tu capisci bene che questa o quella strage di civili, che giustamente smuove la pubblica esecrazione, resta bensì una strage e resta bensì esecrabile.
Ma è di più complicato inquadramento in una deliberazione genocidiaria se si compie nell’ospedale ridotto a gruviera di tunnel o nella scuola adibita a bivacco di manipoli di sgozzatori. O no? Quella dei civili che tragicamente vi muoiono è una tragedia irrisarcibile, e deve essere maledetta la violenza che l’ha determinata, ma la requisitoria contro l’esercito sterminatore si fonda su una stortura se accantona la responsabilità di chi si mischia a quei civili. O no? Gli angosciati e angoscianti reportage sulle distruzioni di Gaza, tutti a indugiare su quelle linee di edifici cariati dai bombardamenti, non sarebbero meno angosciati né meno angoscianti se raccontassero che – prima di diventare un complesso di macerie – quell’edilizia civile era usurpata dai capibastone e dai manovali del 7 ottobre. O no?
Chiedere a Israele di non fare la guerra bombardando le strutture civili è non solo possibile, ma doveroso, a patto che si condannino quelli che usano le strutture civili per fare la guerra a Israele.
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