Dopo la diffamazione nei suoi discorsi in conferenze stampa, post sui social network e comizi elettorali, Donald Trump è stato condannato a risarcire la scrittrice Jean Carroll per 83,3 milioni di dollari.

Le motivazioni risalgono alla denuncia di Carroll (80 anni) per una violenza subita da Trump negli anni ’90, avvenuta nello spogliatoio dei grandi magazzini Bergdorf Goodman, a Manhattan.

La donna – grazie ad una legge dello Stato di New York che ha permesso alle vittime di violenza di chiedere i danni per episodi avvenuti in passato – ha potuto denunciare l’ex Presidente degli Stati Uniti nel 2023; nel processo, Trump viene prima dichiarato colpevole: si sfoga sui social e definisce la donna “una vera truffatrice” accusandola di “bufale e menzogne”, e ripete le stesse parole alla CNN, dipingendola come una “che non ci sta con la testa” e parlando di accuse “totalmente false”.

E così, già condannato a versarle cinque milioni di dollari, è stato ulteriormente sanzionato da una seconda giuria, composta da sette uomini e due donne, chiamata solamente a decidere l’entità dei danni. Si è arrivati così a 65 milioni come deterrenza contro ulteriori diffamazioni, e 18,3 destinati al risarcimento dello stress emotivo e del danno alla reputazione della donna. I legali di Carroll avevano richiesto 24 milioni di dollari per aiutarla a “ricostruire una reputazione”, il verdetto dei giudici è andato ben oltre le aspettative. Quelli di Trump, intanto, hanno già annunciato il ricorso.

Redazione

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