Stessa voce e lessico
La robocall, la telefonata del finto Biden agli elettori americani: come l’intelligenza artificiale condiziona il voto

Da qualche tempo, sui social circola un video che mette in guardia dai pericoli rappresentati dalla capacità dell’Intelligenza Artificiale di appropriarsi della nostra identità, l’aspetto, la voce, e di costruire un clone perfetto che potrà sostituirsi a noi nel mondo virtuale. Un mondo, ormai l’abbiamo capito, che poi tanto virtuale non è più.
L’allarme non ha fatto in tempo a diffondersi che la realtà, come spesso accade, ha superato la fantasia. Alla vigilia delle primarie del New Hampshire, che rappresentano un passo molto importante per il destino elettorale di Nikki Haley, nonché di Trump, l’Associated Press ha riportato una notizia che dà la misura dei pericoli che l’IA rappresenta per la democrazia e per lo svolgimento del processo elettorale in America, ma ovunque. Secondo l’agenzia di stampa, il procuratore generale del New Hampshire sta conducendo delle indagini a seguito di segnalazioni relative a un presunto robocall che, utilizzando l’IA, ha fatto telefonate con la voce del Presidente Biden per invitare gli elettori del New Hampshire a “non recarsi alle urne durante le elezioni primarie [di ieri]”.
L’IA e il finto Biden: stessa voce e lessico
L’Associated Press dice di aver ascoltato la telefonata e che, oltre alla voce di Biden, l’IA usa lo stesso lessico del Presidente con il risultato che sembra che la registrazione l’abbia fatta proprio lui. Il finto Biden direbbe che “votare martedì favorisce solo i Repubblicani nel loro tentativo di eleggere di nuovo Donald Trump” e la telefonata si concluderebbe con l’invito all’elettore a conservare il proprio voto per le elezioni di Novembre. La robocall non è che una, e nemmeno tanto sofisticata, dimostrazione del potenziale insito nell’IA di condizionare il voto.
Dean Phillips, alternativa a Biden, ha sottolineato la necessità di una regolamentazione
Dean Phillips, democratico membro congresso per il Minnesota, e soprattutto candidato per una possibile (quanto improbabile) alternativa a Biden, è intervenuto pesantemente sia per sottolineare la necessità di arrivare a una regolamentazione dell’IA, sia per non perdere l’occasione di criticare l’amministrazione. Biden, secondo lui, non ha capito la portata dell’impatto dell’IA sulla vita del paese e delle persone, e sarebbe del tutto impreparato allo scossone che l’IA sta per portare all’economia (lui prevede che il 40% dei posti di lavoro verrà spazzato via), e alla democrazia (con deepfake come quello della telefonata).
L’intelligenza artificiale sta destabilizzando e privando di senso la verità?
Che Phillips intervenga sul caso robocall in New Hampshire non sorprende dato che quello è uno stato su cui lui punta molto poiché il nome di Biden non è presente sulla scheda elettorale. Ma la questione che apre non è di poco conto e non è un fatto isolato. Ad esempio (per rimanere sempre in America e in tempi recenti), Trump è stato protagonista di un evento simile e contrario alle robocall quando ha sostenuto che un collage di sue gaffes andato in onda proprio su Fox News era un falso costruito ad arte dall’IA.
Come titola giustamente il Washington Post (citando l’analista Larry Libb), c’è da chiedersi se siamo arrivati al punto in cui l’IA sta destabilizzando e privando di senso il concetto stesso di “verità.” Che cosa è la verità e come si distingue il vero dal falso? Una domanda pericolosissima se diventa il presupposto su cui si fonda una elezione come quella di Novembre prossimo, e se è il risultato di una tecnologia che tutti possono facilmente maneggiare.
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