La disinformazione
In Bangladesh i deepfake minano la democrazia, video con l’IA contro Gaza
I legislatori di tutto il mondo stanno osservando con preoccupazione come la disinformazione generata dall’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per ingannare gli elettori e accendere divisioni in vista delle numerose importanti elezioni previste per il prossimo anno: l’AI Act recentemente approvato a Bruxelles va in questa direzione. Ma se delle elezioni argentine erano arrivati solo parziali rumors sul suo utilizzo, in Bangladesh questa situazione è già una realtà. Il paese asiatico, con i suoi 170 milioni di abitanti, si prepara a votare all’inizio di gennaio, in un contesto segnato dalla lotta per il potere tra l’attuale Primo Ministro Sheikh Hasina e il partito di opposizione, il Bangladesh Nationalist Party.
Media e influencer filo-governativi hanno promosso disinformazione creata con l’intelligenza artificiale, soprattutto attraverso video “deepfake”. In un video, poi rimosso, un leader dell’opposizione sembrava indeciso sul sostegno alla popolazione di Gaza, una posizione molto scomoda in un paese a maggioranza musulmana con una forte simpatia per i palestinesi. In un altro video pubblicato da un seguito sito di notizie, un anchorman generato con l’AI ha presentato un servizio in cui si accusavano i diplomatici statunitensi di interferire nelle elezioni del Bangladesh e li ha accusati di violenza politica. In altri video, appariva un inesistente leader in esilio del partito di opposizione che suggeriva di stare zitti su Gaza per non infastidire gli Stati Uniti.
La pressione sulle piattaforme tecnologiche per contrastare i contenuti AI ingannevoli in vista delle elezioni del 2024 nell’Unione Europea ed in paesi come USA, UK, India e Indonesia sta via via crescendo. Google, Meta e pure TikTok hanno annunciato politiche per richiedere la divulgazione di eventuali manipolazioni digitali nelle pubblicità politiche, ma questo è un pannicello caldo rispetto a un fenomeno che può solo crescere. Gli esempi dal Bangladesh mostrano non solo come questi strumenti possano essere sfruttati nelle elezioni, ma anche la difficoltà nel controllarne l’uso in mercati minori che rischiano di essere trascurati dai controlli che le big-tech stanno implementando per contenere il fenomeno.
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