Eduardo Chiarolanza aveva ammesso lo scorso settembre di aver fatto a pezzi la madre, Eleonora Di Vicino. L’uomo, 59 anni, affetto da problemi psichiatrici, incarcerato con l’accusa di omicidio, è morto la notte scorsa nell’ospedale Cardarelli di Napoli dov’era ricoverato in seguito a un’aggressione subita all’interno del carcere di Poggioreale.

Ad aggredirlo sarebbe stato il suo compagno di cella, anche lui detenuto psichiatrico. La sua morte è avvenuta in un reparto covid del nosocomio. E sarebbe riconducibile, secondo quanto riporta l’Ansa, alle profonde lesioni al capo provocate da un corpo contundente. Forse uno sgabello. Chiarolanza e la madre vivevano nel quartiere di Pianura. E quindi, per diversi media, era diventato “il mostro di Pianura”.

La vittima era stata infatti protagonista di una vicenda violentissima e orribile. C’erano voluti diversi giorni, settimane, per recuperare i pezzi del corpo di Eleonora Di Vicino sparpagliati in giro, chiusi in buste della spesa per le strade di Pianura. Le ricerche erano state coordinate dalla Procura di Napoli e condotte dai carabinieri. Era stato utilizzato anche un drone. A lanciare l’allarme della scomparsa della madre era stato l’altro figlio della donna, che non vive a Napoli. Al suo rientro nell’abitazione di Pianura aveva trovato tracce di sangue e aveva avvertito i militari.

Chiarolanza era disoccupato da anni e da tempo soffriva di problemi di natura psichica. A quanto pare a mantenerlo era proprio la madre, tramite la pensione che la donna percepiva. La sua morte sottolinea quello che i Garanti dei detenuti ei sindacati di Polizia Penitenziaria denunciano da tempo: ovvero la gestione problematica ed emergenziale nelle carceri dei detenuti afflitti a problemi psichiatrici.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.