Regione Lombardia contro governo, ci risiamo. Il nuovo screzio tra Attilio Fontana e l’esecutivo, ora dimissionario, non riguarda questa volta la zona rossa bensì la campagna di vaccinazione affidata all’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.

“Trovo incredibile che il ministero della Salute abbia deciso di bloccare la valutazione, prevista per oggi da parte del Cts, del piano vaccinale di massa della Lombardia”, ha denunciato oggi il presidente lombardo Fontana, che ha rincarato la dose nei confronti del ministro Roberto Speranza: “Riteniamo che il piano vaccinale sia una priorità per tutto il Paese e che non debba sottostare a logiche di parte”.

Il piano, ha spiegato oggi Fontana, è stato inviato lunedì “a me e dalla vicepresidente Moratti, come contributo lombardo e best practice da proporre anche a livello nazionale”. Il dossier firmato dall’ex capo della Protezione civile propone di vaccinare 10 milioni di italiani residenti in Lombardia entro l’estate, “un sesto della popolazione nazionale”.

Ministero che invece ha deciso di stoppare la valutazione, prevista per oggi da parte del Comitato tecnico scientifico. I tecnici, secondo quanto trapelato, analizzeranno il programma lombardo a stretto giro, nell’ottica di un rispetto delle indicazioni fissate a livello nazionale.

Lo scontro nato dalle parole di Fontana segue quello, altrettanto duro, tra l’assessore al Welfare della Lombardia Letizia Moratti e il commissario Domenico Arcuri sui numeri del personale sanitario. In un primo momento, la vicepresidente ha ammonito che “urge personale e la certezza di avere a disposizione vaccini sufficienti per avviare le somministrazioni“. E ancora: “Arcuri ha previsto l’arrivo in Lombardia di personale sanitario a supporto, medici ed infermieri, ma ad oggi nessuno si è visto. Per febbraio si attendono 123 unità, fino a un massimo nei mesi estivi di 2.544 addetti al mese per giugno, luglio ed agosto”. Secca la replica degli uffici del commissario, secondo cui, “in realtà, il personale aggiuntivo già selezionato e destinato alla Lombardia è di gran lunga maggiore: si tratta, infatti, di 229 fra medici, infermieri e assistenti sanitari”. Con una precisazione aggiuntiva: “Di questi, purtroppo, soltanto 4 hanno già potuto entrare in servizio presso l’Ats di Pavia. Tutti gli altri sono infatti in attesa, ormai da diversi giorni, delle necessarie visite mediche da parte delle Ats regionali”. Intanto, ad oggi, secondo i dati del report nazionale, sono 449.716 le dosi somministrate a livello regionale sulle 474.870 consegnate, ovvero il 94,7%.

Redazione

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