Politica
Verifica di governo, Conte sulla graticola
La politica offre i propri auspici votivi a Giano, divinità dei nuovi inizi nel Pantheon romano: l’agenda politica di gennaio, mese di Giano, è quanto mai densa di impegni e scadenze. Nei prossimi venti giorni si decidono le sorti dell’anno che verrà. Si comincia nel Partito Democratico: dopo il vertice a sorpresa con Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti si prepara a serrare le fila dem in vista delle elezioni in Emilia Romagna e Calabria e della verifica di governo a fine mese. L’appuntamento sarà in un ex convento del reatino il 13 e 14 gennaio; precisamente nell’abbazia di San Marco Pastore a Contigliano, nel Reatino, con il segretario, i ministri, i sottosegretari e quasi tutti i parlamentari. Servirà ufficialmente per fare il punto sulle proposte dem per l’agenda 2020 dell’esecutivo: i temi rubricati in cartellone sono quelli dell’ambiente, delle infrastrutture, della scuola e della giustizia. Ma ci sarebbe anche una agenda coperta, che fa riferimento alle voci sulla convocazione di un congresso rifondativo. Il “ritiro” Pd a porte chiuse ha per titolo “Oggi per un domani – Prima le persone, una nuova agenda di governo”.
Difficile non volare con il pensiero alle pagine di Todo Modo, in cui Leonardo Sciascia raccontava dell’eremo “tra le querce e i castagni di un luogo delizioso” in cui i vertici del grande partito centrista al potere si riuniscono nel massimo riserbo, turbati però da una serie di misteriosi omicidi. Dall’abbazia reatina potrebbero uscire, in effetti, delle spoglie: quelle del vecchio Pd, sul punto di trasformarsi. «Potremmo anche cambiare nome all’inizio del 2020», si era lasciato andare Zingaretti in una intervista con Radio Capital, il 30 ottobre scorso. «Si sta ragionando intorno a un progetto di ampio respiro, più inclusivo», dichiara al Riformista un deputato Dem. Questo Pd diventa ogni giorno di più anche il partito di Conte: niente di meglio che tenerlo a battesimo a Contigliano, omen nomen. L’evento prenderà di fatto il posto di quel “conclave” che il premier avrebbe voluto fare con tutta la squadra di governo, ma che poi avrebbe rinunciato a organizzare.
Il partito che appare più vicino al premier guarda con apprensione alle difficoltà del M5S che potrebbero assottigliare la maggioranza, specie al Senato. Ma le regionali, specialmente nel bastione dell’Emilia-Romagna, saranno la cartina di tornasole per le sorti dell’esecutivo oltre che per la segreteria di Zingaretti. E sull’esito – i numeri dei sondaggisti sono ancora incerti – il deputato di Italia Viva Luciano Nobili strattona il Movimento: «ho la sensazione che dopo il voto in Emilia avranno qualche problema in più da affrontare». Per il socio di maggioranza dell’esecutivo, in effetti, i problemi non mancano. Il M5s perde pezzi ogni giorno: rispetto a prima di Natale, sono 7 i parlamentari persi, 21 dall’inizio della legislatura.
La Befana si è portata via altri due deputati, Nunzio Angiola e Gianluca Rospi. Ed è in agenda per oggi a Roma, la riunione tra gli organi di garanzia del Movimento ed i capigruppo di Camera e Senato per decidere il destino degli otto parlamentari in ritardo cronico con le restituzioni dell’indennità. Le decisioni, almeno dall’aria che si respira alla vigilia della riunioni, dovrebbero essere molto dure: espulsione. Nulla esclude, però, che nelle prossime ore, per evitare l’espulsione dal Movimento 5 Stelle, altri parlamentari “morosi”, com’è avvenuto in passato, possano optare per il passaggio al Misto.
«Io invece non mi arrendo e sfido Di Maio – dichiara un battagliero Paragone – darò battaglia legale, con un avvocato specializzato, per vedere chi ha ragione, chi rimane nel Movimento e chi va via». A questi ultimi si rivolge un Salvini tentatore. «Da parte di tanti parlamentari M5S arriveranno belle sorprese». Non dice chi, né quanti, ma la campagna acquisti della Lega è in corso. «Si tratta di donne e uomini che meritano rispetto e che in tanti casi stanno soffrendo, non è una scelta facile, ma vedrete belle sorprese». Salvini durante una diretta Facebook ieri ha anche parlato delle incognite che lo riguardano. Il caso Gregoretti avanza minaccioso: anche Italia Viva vota in Giunta delle elezioni e delle immunità in Senato in favore del processo a Salvini per il sequestro di persona dei migranti che per quattro giorni rimasero confinati a bordo ma fa sapere che sulla prescrizione non accetta compromessi, piuttosto vota la proposta di legge di Forza Italia. I tre componenti di IV in giunta, dopotutto, potrebbero decidere all’ultimo minuto di astenersi e salvare così Salvini. «Mi vedete preoccupato?», ha scherzato il leader della Lega.
«No, più che altro sono schifato e incuriosito». Intorno al 20 gennaio la Giunta delibererà, già il 9 calendarizza la votazione. Sempre dopodomani, giovedì, si terrà il vertice di maggioranza sulla prescrizione, slittato più volte. Potrebbe essere l’occasione per mettere mano ai dossier delicati e urgenti: quelli relativi alle vicende Alitalia e Banca popolare di Bari, senza trascurare la conversione in legge del decreto Milleproroghe – approvato “salvo intese” dal Consiglio dei ministri – in cui è stata inserita la misura sulla revoca delle concessioni autostradali.
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