Il Tesoro della Corona è custodito in caveau dal 5 giugno 1946, a tre giorni dal referendum con il quale gli italiani decisero che la forma istituzionale del proprio Paese sarebbe stata la Repubblica e non più la monarchia.

A consegnare questo tesoro allo Stato italiano fu Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia, prima della sua espulsione dal Paese. Stando a quanto affermava lo Statuto Albertino, che i Savoia stessi avevano promulgato, si trattava di gioielli dati in dotazione ai re per l’adempimento delle proprie funzioni, quindi non certo di una proprietà personale. Il valore pare ammonterebbe oggi a 300 milioni di euro. 

La rivendicazione dei Savoia dei ‘gioielli di famiglia’

I problemi principali riguardano la frase che accompagna la restituzione dei gioielli della corona. Il verbale redatto riporta una frase ‘ambigua’, che si presta a più di una interpretazione: i beni dovevano essere custoditi e “tenuti a disposizione di chi di diritto”. Si fa riferimento quindi allo Stato o ai Savoia? Da anni i Savoia chiedendo al Governo e alla Banca d’Italia la loro restituzione. Richiesta che finora l’Italia ha sempre respinto.

A portare avanti la causa sono gli eredi di Umberto II, ovvero Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice. A rimarcare la posizione della famiglia è, in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera, Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele e di Marina Doria:

“su questa battaglia la famiglia è molto unita. Anche perché a 75 anni da quel 1946 era tempo di venire allo scoperto per chiedere indietro quanto è di Casa Savoia. Non chiediamo indietro nulla agli italiani”

Una sparatoria misteriosa e la morte di Dirk Hamer

Una delle vicende più tristemente note della vita di Vittorio Emanuele è stata la morte del 19enne Dirk Hamer. Il tedesco è stato ucciso mentre si trovava in gita in barca coi suoi amici in Corsica nell’agosto del 1978, e del lungo processo a Vittorio Emanuele di Savoia: secondo la sorella della vittima sarebbe stato lui ad esplodere il colpo mortale. Accuse sempre negate dall’erede al trono d’Italia, all’epoca in esilio.

Dirk Hamer è morto il 7 dicembre 1978 in seguito alla sparatoria avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 agosto dello stesso anno sull’isola di Cavallo, in Corsica. Il tedesco è stato ucciso mentre si trovava in gita in barca coi suoi amici in Corsica.

Il vanto di Vittorio Emanuele di Savoia per averla fatta franca al processo

A sparare da un’imbarcazione vicina a quella di Dirk Hamer sarebbe stato il principe Vittorio Emanuele di Savoia, che ha sempre negato le accuse finendo per essere assolto, salvo poi vantarsi di averla fatta franca, ammettendo di aver esploso lui il colpo mortale.

Redazione

Autore