Fotocamera, tasto rosso e via. Si inquadra la scena e si filma, per poi condividerla sui social a tempo di record e suscitare commenti da gogna, generare indignazione sfusa, far leva su paure e ansie collettive. È accaduto ieri a Napoli, zona Corso Vittorio Emanuele-giardini Mercadante. Alle otto del mattino la campanella della scuola media Carlo Poerio è già suonata, i ragazzi con zaino in spalla e smartphone tra le mani sono nel cortile pronti a raggiungere le aule. Non credono ai loro occhi: arriva la polizia, prende la donna moldava di 42 anni che da giorni si aggira al Corso Vittorio Emanuele e la fa salire sulla volante.

La scena viene filmata da ogni possibile angolazione, i video caricati subito sui social. Nei filmati si osserva tutta la dinamica dell’intervento della polizia ma si ascoltano anche le offese e le urla dei ragazzini e dei genitori che assistono alla scena. Il tutto accompagnato da risatine di compiacimento:, come a dire che il mostro è stato preso e va sbattuto in prima pagina, sulla gogna social. Non c’è niente da fare… il giustizialismo imperversa e sembra quasi che sui social trovi nuova linfa. Guai a provare pietà o a coltivare un briciolo di garantismo nei confronti della donna incriminata, si attirano critiche e commenti piccati della serie «urlava ai ragazzini che andavano a scuola», «era nel cortile della scuola, ha violato il confine», «voleva prendere i bambini, lo aveva detto anche giorni fa». Il riferimento è all’allarme girato sui social e sulle chat di genitori con tanto di foto della donna in questione indicata come una persona da tenere a distanza e da segnalare perché avvicinava donne con figli piccoli, bambine in particolare, per prendere i bambini. Sicuramente, se confermati, si tratterebbe di episodi che inquietano e che mettono un genitore comprensibilmente in apprensione.

Ma da qui a scatenare una gogna, a fare filmati con urla di offese varie e condividerli sui social come se tutto questo significhi giustizia ce ne passa eccome. Bisognerebbe osservare questa storia da angolazioni meno influenzate dal populismo giustizialista e domandarsi se è normale mettere sui social l’azione della polizia, sbatterla come il mostro in prima pagina e poi vantarsene come se si fosse ripristinata una sorta di giustizia. Bisognerebbe chiedersi se questo è quello che vogliamo insegnare ai nostri figli, ai ragazzi della città. La scuola di via Poerio è una scuola media, lo “spettacolo” tanto condiviso sui social è andato in scena davanti a ragazzini adolescenti. È davvero questo il senso di giustizia che vogliamo trasmettere agli adulti di domani? Quella donna moldava è stata lapidata con le parole, le urla e le offese mentre la polizia la accompagnava all’interno della volante.

Pare si tratti di una donna senza fissa dimora e con problemi psichici. Già nei giorni scorsi, dopo aver tentato di avvicinarsi a dei bambini che passeggiavano con le loro mamme, era stata segnalata alle forze dell’ordine ma non essendoci una flagranza di reato non era stato alcun provvedimento nei suoi confronti. Ieri, al suo ingresso nel cortile della scuola, all’interno della piscina della Carlo Poerio che è a pochi metri dalla scuola primaria Maria Cristina di Savoia, c’è stato l’intervento della polizia. Dopo l’identificazione, la donna è stata rilasciata e condotta al pronto soccorso dell’ospedale del Mare. Le forze dell’ordine riferiscono che non risulta aggressiva né che sia stata violenta nei confronti di bambini. Gli esperti del 118 spiegano che avvicinare bambini potrebbe essere un modo per elaborare un grave lutto subìto. I residenti della zona raccontano di averla vista dormire nei giardinetti di piazza Mercadante. La gogna contro di lei è scattata dopo un post fatto girare su chat e profili social: «Vuole prendere bambine tra i due e i quattro anni».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).