“Finalmente Antonio uscirà dal carcere per essere curato in una struttura sanitaria adeguata alla sua salute”. Con questo annuncio Emanuela Belcuore, garante dei detenuti della provincia di Caserta annuncia il lieto fine di quello che per un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere era diventato un vero e proprio calvario.

Antonio M. 53enne originario dei Quartieri Spagnoli, già da 10 anni in carcere, due anni fa aveva scoperto di avere un tumore. La situazione della sua salute, con il passare dei mesi, stava peggiorando. Era stato anche dichiarato incompatibile con il regime carcerario per problemi gravi di salute. “Se ne stava nell’infermeria centrale, con due sacche di urina appese all’addome in buste per la spesa. Una situazione veramente drammatica”, racconta Emanuela Belcuore.

A questo si aggiunge la pericolosità per un paziente fragile come Antonio di vivere in carcere durante la pandemia che a Santa Maria Capua Vetere si è fatta sentire in più momenti con numerosi contagi. Il carcere per Antonio rischiava di diventare la sua tomba. “L’area sanitaria per mesi ha cercato una struttura sanitaria che potesse accoglierlo senza successo – continua la garante – Io non ho la bacchetta magica ma insieme alla mia collaboratrice, Patrizia Sannino, abbiamo individuato una struttura in 20 giorni. Questo vuol dire che a volte basta impegnarsi per riuscire”. Per un detenuto con le patologie di Antonio il tempo è fondamentale.

Antonio era davvero molto sofferente. La sua famiglia lo ha abbandonato al suo destino. Ma in carcere ha incontrato la garante Belcuore e la criminologa Patrizia Sannino che, insieme al magistrato Marco Puglia, lo hanno aiutato e hanno trovato la sistemazione che per lui è più idonea. “Per noi è stata una grande soddisfazione – ha detto Belcuore – aver contribuito a dare la libertà a un uomo che sta veramente male e che in carcere non poteva proprio stare. È uscito dal carcere con le buste per l’urina appese alle buste della spesa. Un vero strazio. Ora potrà trascorrere il resto della sua vita tra persone che lo curano adeguatamente”.

Ad Antonio mancano ancora 10 anni di carcere che adesso può continuare a scontare ma curato e in un ambiente idoneo alla sua situazione. “Aveva difficoltà a camminare e a fare tutto – conclude Belcuore – Gli davano pure l’orario di chiusura in cella come per gli altri. Ma che senso aveva? Il 24 sarà il compleanno di Antonio. Nella struttura sanitaria dove è stato trasferito già gli hanno preparato una torta. Sono molto felice”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.