Un uomo con il pantaloni grigi e la camicia azzurrina steso a faccia in giù sul ciglio della strada dopo essere stato raggiunto da almeno un proiettile alla schiena mentre stava scappando dalla vettura che conduceva. Un altro invece ricoperto di piombo mentre si trovava su sedile anteriore, lato passeggero, dell’auto. E’ la cronaca di un duplice agguato avvenuto poco dopo le 14 di sabato 15 giugno all’uscita dell’Asse Mediano, statale che collega la città di Napoli con l’area nord del capoluogo partenopeo e con il Casertano.

Killer in azione nei pressi dell’uscita di Succivo, piccolo comune casertano dove l’auto, una Bmw di colore bianco, stava transitando. Sul posto i Carabinieri del Comando provinciale di Caserta oltre ad un’ambulanza.

Chi erano le due vittime: avvocato e imprenditore

Le vittime si chiamavano Claudio e Marco Marrandino, rispettivamente imprenditore edile di 29 anni ed avvocato di 40 anni, originari di Cesa (Caserta). Entrambi, secondo una prima ricostruzione, non erano noti agli archivi delle forze dell’ordine. Circostanza quest’ultima che rende più difficile l’associazione investigativa alla pista di camorra. Si scava nella vita professionale delle due vittime. Non è da escludere che l’obiettivo dei sicari fosse solo uno dei due fratelli con l’altro che sarebbe stato poi ‘finito’ perché avrebbe riconosciuto il killer o altri elementi utili alla sua identificazione, o perché era sulla traiettoria dei proiettili.

Nelle ore successive al duplice omicidio un uomo è stato fermato e portato in caserma dai carabinieri. Si tratterebbe di un operaio di 53 anni. Esclusa dunque la pista di camorra, inizialmente ipotizzata in seguito alle modalità del duplice omicidio. Dietro il delitto potrebbero esserci contrasti legati all’attività di Marrandino jr e riconducibile a una vendita in un’asta giudiziaria. Il killer entrato in azione ha prima ucciso l’imprenditore edile per poi inseguire a piedi l’avvocato Marrandino e finirlo con diversi colpi d’arma da fuoco.

Le minacce ai figli di Schiavone e l’arresto

Fari accesi anche su quanto sta accadendo all’interno della criminalità organizzata dei Casalesi dopo l’avvio della collaborazione con la giustizia da parte dello storico boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Nei giorni scorsi un raid intimidatorio è stato consumato contro l’abitazione di Emanuele Libero Schiavone, figlio del boss pentito, a Casal di Principe.

All’alba di oggi, 15 giugni, Emanuele Libero Schiavone e Francesco Reccia, anche lui figlio di un boss dei Casalesi, sono stati fermati in mattinata durante un’operazione condotta dai carabinieri su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. I due arrestati sono stati trasferiti a Caserta per le formalità di rito e il fotosegnalamento.

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