Aveva 40 anni e una figlia
Alfonso Porpora muore tragicamente: “Un grande chef, lo chiamavo sempre Cannavacciuolo”
Non c’è stato niente da fare per Alfonso Porpora. Uno schianto, ieri, sulla stradale 268, e lo chef è morto sul colpo. Aveva 40 anni. Era un noto chef originario di Gragnano, in provincia di Napoli, e residente ad Agerola. Dolore e incredulità nelle comunità che avevano conosciuto e apprezzato l’uomo e il professionista. Sulla sua tragedia, che si è consumata ieri mattina, la Procura di Nocera Inferiore ha aperto un’inchiesta.
Porpora aveva 40 anni, era sposato e con la moglie aveva avuto una bambina piccola. La donna è anche in attesa di un altro bambino. Lo chef lavorava all’Interporto Cis di Nola al Pasta Bar. Era molto noto nel suo ambiente e non solo nella zona. Proprio al lavoro pare si stesse dirigendo ieri al momento dell’impatto fatale sulla statale Vesuviana.
Lo chef viaggiava a bordo di una moto, che si è scontrata in pieno con un’automobile all’ingresso di Scafati della statale 268. Per i soccorsi non c’è stato niente da fare. L’uomo è morto sul colpo. La sua salma, a disposizione della magistratura, è stata trasportata all’obitorio di Sarno. La dinamica del sinistro ancora da chiarire nei dettagli.
La notizia ha sconvolto le comunità presso le quali Porpora era conosciuto e apprezzato. Il Leonessa Pastabar ha espresso il suo cordoglio sulla sua pagina Facebook: “Fiero, dolce, orgoglioso e sempre in prima linea al nostro fianco. Ti ricorderemo con il tuo sorriso più grande. Grazie per aver condiviso con noi momenti unici di Vera Amicizia e Grande Professionalità, sempre nei nostri cuori”.
Tantissimi anche i messaggi di chi aveva incrociato il 40enne, anche per la sola attività professionale, dai quali traspare il cordoglio e l’incredulità per una tragedia improvvisa. “Ragazzo serio, professionale, umile, lascia un vuoto incolmabile nella vita lavorativa ma soprattutto nella vita familiare, stimato chef che ha saputo dare lustro al ristorante Pastabar Leonessa. Riposa in pace amico … Che la terra ti sia lieve”, si legge sui social. “Quando lo vedevo lo chiamavo Cannavacciuolo”, scrive un altro cliente ricordando momenti di ilarità. “Quando muoiono uomini come lui, che per recarsi a lavoro incontrano la morte, è veramente triste”.
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