Il caso di Donato Denis Bergamini a una svolta. A quasi 32 anni dalla tragedia è stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore del Cosenza trovato senza vita sulla Statale Jonica 106 davanti alle ruote di un camion. A deciderlo il gup di Castrovillari Fabio Lelio Festa che ha accolto la richiesta del pm Luca Primicerio. L’accusa è di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Il caso è stato riaperto quattro anni fa, il corpo riesumato.

Un caso irrisolto e deviato da bugie, depistaggi, sparizioni di reperti. La superperizia stabilì che il calciatore morì per soffocamento. Internò oggi ha 52 anni. Il caso venne sempre derubricato come un suicidio. Una versione alla quale la famiglia del calciatore non ha mai creduto. Nel frattempo il padre del calciatore, Domizio, è morto. A occuparsi in prima persona del caso è stata la sorella dell’atleta, Donata.

Era il 18 novembre 1989. Il corpo di Bergamini veniva ritrovato sulla Statale Jonica davanti alle ruote di un camion. La versione accreditata da testimoni e carabinieri era quella del suicidio: il calciatore si era lanciato sotto le ruote del mezzo ed era stato trascinato per 59 metri. I segni sul corpo della vittima però erano incompatibili con quella versione: i vestiti erano intatti, l’orologio da polso integro, le scarpe senza graffi e i calzini ben tirati sui polpacci. Niente ferite neanche sul volto dell’atleta. Nessun segno neanche sul camion. Che la dinamica non tornasse era evidente già dalla prima autopsia.

La ricostruzione di Internò ha destato perplessità dall’inizio. Era evidente più che altro uno “schiacciamento da sormontamento” su un fianco. Sparirono poi nel nulla una nota di servizio dei carabinieri sulle auto fermate quel 19 novembre sulla strada della tragedia e la scatola con i vestiti indossati da Bergamini. Mesi dopo la morte vennero recapitate al padre del calciatore le scarpe del figlio. Gliele consegnò il direttore sportivo del Cosenza, Roberto Ranzani, che le aveva ricevute da uno dei factotum della squadra con il messaggio che a fine campionato quel factotum gli avrebbe raccontato quello che sapeva sulla morte del figlio. Proprio dopo l’ultima gara di quella stagione i due factotum del Cosenza morirono in un incidente stradale sulla Statale Jonica, a pochi chilometri da dov’era stato trovato il corpo di Bergamini.

L’ipotesi dell’accusa, a carico di Internò, è che la donna, che all’epoca aveva 19 anni, avrebbe voluto punire l’ex fidanzato per averla lasciata e che quella del suicidio sarebbe stata tutta una messinscena. Il calciatore sarebbe stato narcotizzato e soffocato. Il dibattimento stabilirà la verità processuale dopo 32 anni. La prima udienza del processo è stata fissata al prossimo 25 ottobre.

Avatar photo

Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.