Sono ore di immenso dolore in tutto il quartiere per la drammatica morte di Samuele, il piccolo di 3 anni morto precipitando dal balcone della sua casa tra via Foria e via Giuseppe Piazzi a Napoli. Una vicenda che ha scosso tanti, un vero dramma per la famiglia che cerca la privacy in tutti i modi. “Nel rispetto dell’immenso dolore della famiglia, preghiamo giornalisti e curiosi di non fare pellegrinaggi e sciacallaggio mediatico”, si legge sul foglio bianco affisso dagli amici di famiglia dei genitori del piccolo.

La famiglia ha trovato riparo nei locali di un’associazione di quartiere vicino casa. Cercano una pace che però non riescono a trovare. Dopo i primi istanti dalla tragedia le foto del piccolo sono subito state diffuse sui social. Poi è iniziato l’odio nei confronti di Mariano Cannio, il domestico 38enne, fermato dalla polizia di Napoli perché ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio del piccolo Samuele.

L’uomo ha negato di aver volutamente scaraventato giù dal balcone al terzo piano il piccolo Samuele, ammettendo però di esser stato lì col bambino, tenendolo in braccio. Sono le prime parziali ammissioni di un uomo che ha anche confermato di soffrire di disturbi psichici. Il collaboratore domestico della famiglia non ha saputo però spiegare con esattezza come il bambino sia caduto dal balcone.

Ora spunta sui social un video diventato subito virale. Si vede Samuele che dice in napoletano “io ti butto giù perché sei una schifezza”. Un video agghiacciante alla luce della drammatica morte del piccolo che però resta un punto interrogativo. Potrebbero essere frasi che il bambino ha sentito dire da qualcuno, da un adulto, e che lui avrebbe ripetuto. In rete sono tanti a pensare che quelle frasi Samuele le possa aver sentite da chi poi lo ha realmente scaraventato giù dal balcone. Ma sono ipotesi che dovranno trovare riscontro.

Il video potrebbe essere stato girato qualche mese fa. Il piccolo infatti indossa una tutona di pile, difficile pensare che l’abbia indossata recentemente con il caldo afoso che stringe Napoli. È difficile collegarlo direttamente alla drammatica morte del piccolo.

Intanto sotto la palazzina in via Foria in tanti portano fiori, lumini e peluche. La famiglia chiede il rispetto della sua privacy e si contorce nel dolore. La mamma, incinta all’ottavo mese, non può credere a quello che è successo. “Non posso perdonarmelo”, ha detto ai familiari, come riportato dal Mattino. E intanto gli investigatori continuano le indagini per capire cosa sia successo in quella manciata di secondi che hanno preceduto la morte del piccolo Samuele.

“Questa mattina ho davanti i miei occhi la vita spezzata del piccolo Samuele e il dolore della sua famiglia. Ieri mi sono recato a casa di Samuele per abbracciare i suoi genitori, e mi fermo un attimo e chiedo a tutti voi di fare altrettanto, di pregare per questi genitori e di abbracciarli, perché hanno bisogno di questa preghiera e della nostra vicinanza”. Così l’arcivescovo monsignor Domenico Battaglia durante la celebrazione eucaristica.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.