Non un incidente. Dietro la morte di Samuele, il bambino di 4 anni precipitato dal terzo piano della casa al terzo piano dove viveva con i suoi genitori a Napoli, all’angolo tra via Foria e via Giuseppe Piazzi, vi sarebbe la mano di un uomo.

La polizia di Stato ha eseguito questa mattina un provvedimento di fermo disposto dalla Procura di Napoli nei confronti del 38enne Mariano Cannio, ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio del piccolo Samuele. 

Il provvedimento dovrà essere ovviamente sottoposto al giudizio di convalida del giudice. 

Una svolta clamorosa che arriva a meno di 24 ore dalla tragedia che ha sconvolto Napoli. Secondo la Procura di Napoli dunque non si è trattato di un incidente: Cannio, domestico della famiglia, avrebbe spinto il piccolo Samuele dal balcone al terzo piano della palazzina all’angolo tra via Foria e via Giuseppe Piazzi.

Cannio è un collaboratore domestico molto conosciuto nella zona, dove abita, spiega l’Ansa, e aveva accesso alle abitazioni di diverse famiglie del quartiere che si fidavano di lui.

Il bambino, dopo essere precipitato dal terzo piano, un volo di 15 metri, era stato immediatamente trasportato in ospedale, al Vecchio Pellegrini. Troppo gravi però le ferite riportate: il bambino è morto infatti poco dopo, nonostante i tentativi disperati dei medici di salvarlo.

(in aggiornamento)

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia