Infatti nelle aree urbane, dove non si trovano impianti industriali, la responsabilità della produzione di ossidi di azoto e polveri sottili (che vediamo tra poco) è condivisa nei mesi freddi tra le caldaie per il riscaldamento domestico e la circolazione delle auto. Quando poi, come in questi giorni, permane a lungo un’area di alta pressione che spinge a terra i gas, in assenza di venti e di piogge, la concentrazione di inquinanti tende ad aumentare e si è costretti a disporre il blocco delle auto ed, eventualmente, la riduzione delle temperature nelle case.

Provvedimenti che servono per mitigare l’effetto, ma non per eliminarlo. Come dice Rossella Muroni, è come andare al Pronto Soccorso. Se sei conciato davvero male non ti guariscono, ma cercano di evitare il peggio… E delle polveri sottili ti sei scordato? Macchè! Magari ce ne potessimo scordare… Sono la forma peggiore di inquinamento atmosferico. Spesso ci si domanda: «Va bene, la polvere non sarà salutare o benefica, ma possibile che sia così letale?». Purtroppo sì e il motivo è legato soprattutto alla dimensione dei granelli che la compongono. Si definiscono “sottili” quelle polveri che sono costituite da granelli molto più piccoli di quelli che siamo abituati a vedere, ad esempio la polvere domestica o la sabbia del mare (circa un millimetro). Sono comunemente indicate con la sigla “PM”, Polveri Micrometriche, cioè con granelli della taglia di un millesimo di millimetro. Quindi, le PM 1 sono delle dimensioni di circa 1 millesimo di un millimetro, mille volte più piccole di un granello di sabbia; i PM 5, delle dimensioni di 5 millesimi di millimetro e così via. Essendo così piccole, i filtri naturali del sistema respiratorio hanno maglie troppo larghe per trattenerle. I granelli raggiungono perciò la superficie del polmone dove si trovano gli alveoli.

Gli alveoli sarebbero preposti solo allo scambio di gas, ossigeno in ingresso e anidride carbonica in uscita. I granelli invece sono solidi, ma se molto piccoli, riescono ad attraversare la struttura spugnosa dell’alveolo, penetrando nei suoi canali, e raggiungendo il flusso sanguigno, da cui sono poi trasportate in ogni organo del corpo. L’effetto delle polveri sottili sulle cellule non è ancora ben noto, anche perché dipende dalla dimensione del granello, dalla sua composizione chimica e dal tipo di cellula con cui viene a contatto. Però una cosa è certa, bene non fa, proprio per niente. Uno studio condotto dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet dimostra che perfino le malattie neurodegenerative, come Parkinson o Alzheimer, sono favorite da un ambiente contaminato da polveri sottili.