È il primo effetto della conferenza stampa di Giorgia Meloni. Giuliano Amato lascia la presidenza della “commissione algoritmi” dopo le critiche ricevute dalla Premier durante il colloquio di bilancio del 2023 avuto ieri con la stampa.

Giorgia Meloni si era dichiarata “basita” dalle dichiarazioni dell’ex Presidente della Corte Costituzionale rilasciate in un’intervista a Repubblica contendenti critiche all’esecutivo e una prospettiva di una “deriva autoritaria” dello Stato. Parole interpretate come una presa di posizione in vista delle future elezioni dei 4 giudici dell’organo, da parte del Parlamento, entro il 2024.  “Agli occhi degli elettori della destra populista – aveva dichiarato Amato – le Corti finiscono per apparire espressione e garanzia di quelle minoranze che turbano il loro ordine e i loro valori. La destra messa davanti alle decisioni, fa fatica a far quadrare le esigenze del buon governo con le istanze nazionalpopuliste, in qualche caso premoderne, proprie di un partito d’opposizione”.

Da qui la replica della Premier nell’appuntamento di ieri: “Quindi ci sarebbe il rischio di una deriva autoritaria? Questa idea della democrazia per la quale quando vince la sinistra deve avere le preprogative della maggioranza e quando vince la destra non mi piace. Vogliamo modificare la Costituzione e scrivere che i giudici della Consulta vanno nominati dal Pd sentito il parere di alcuni intellettuali?”.

Le dimissioni di Amato

Il punto della questione passa sul ruolo di Amato a Presidente della “commissione algoritmi”, il comitato sull’ intelligenza artificiale ed editoria finalizzato a valutare i rischi e le opportunità che l’applicazione dell’IA possa avere nel mercato dell’editoria e sul giornalismo. “Sul tema commissione Algoritmi credo si sappia che la sua nomina non sia un mia iniziativa e ho detto quel che pensavo”, ha detto Meloni.  E oggi la replica dell’ex Premier, che porta alla sue dimissioni:  “È una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico”, ha annunciato al Corriere della Sera. “Io non ho assolutamente parlato dell’elezione dei giudici della Corte – aggiunge Amato -. Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l’intervista. Ho parlato dell’accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l’abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei”.

Leggi anche: “In Italia la democrazia è a rischio”.  Ha ragione Amato? 

Il ruolo nella commissione bilancio

La nomina di Amato, ad 85 anni, al vertice di un comitato su intelligenza artificiale ed editoria aveva già suscitato molte polemiche e scetticismo sull’adeguatezza del suo profilo. L’ex ministro e presidente del Consiglio aveva scelto di abbandonare la presidenza della Corte costituzionale per dedicarsi alle nuove tecnologie, valutare i rischi e le opportunità che l’applicazione dell’IA potesse avere nel mercato dell’editoria e sul giornalismo. Sul suo addio, ai microfoni del Corriere della Sera, ha chiuso con una battuta: “Peccato, ci perdono qualcosa… Ma a me semplificherà la vita”.

Redazione

Autore