L'iniziativa
Arcobaleno degli artisti, la compagnia teatrale che supera ogni barriera in scena con “Se il mondo si desse la mano”
Gli attori della piece sono ragazzi e adulti con ogni forma di disabilità, motoria, psichica, spesso entrambe. L’iniziativa nasce dalla Cooperativa La Tenda, nata nel 1992, in provincia di Firenze
Se il mondo si desse la mano saremmo tutti più felici. E vivremmo anche tutti più nel giusto e sereni, preoccupati di migliorare gli standard di vita e non di sopravvivere. Vale sempre, a maggior ragione oggi che siamo circondati da guerre che sembrano regionali – Ucraina, Israele, Kosovo, Nagorno-Karaback e tutti gli altri conflitti sparsi tra Africa e Medio Oriente – e assumono invece sempre più la forma di quello che papa Francesco ha definito, già nel 2014, “la terza guerra mondiale a pezzi”.
“Girotondo intorno al mondo”, cantava Sergio Endrigo nel 1966. “Se il mondo si desse la mano” è il titolo di una piece teatrale molto particolare che ha il dono del tempismo, sfida la retorica e ha il dono della semplicità come soluzione dei problemi. Piccoli e grandi. Di tutti i giorni come quelli che devono affrontare gli speciali attori della piece: ragazzi e adulti con ogni forma di disabilità, motoria, psichica, spesso entrambe. L’iniziativa è della Cooperativa La Tenda, nata nel 1992, in provincia di Firenze.
La Cooperativa, che fa parte del più vasto network Consorzio Zenit, segue ogni anno circa mille persone dai 18 anni in su con vari tipi di disabilità. È una risorsa del territorio perché copre l’assistenza a famiglie che non potrebbero seguirli a casa perché dopo le superiori i ragazzi e le ragazze non hanno più una struttura (diurna e non) di supporto. Stessa cosa vale per gli anziani autosufficienti e non. È il valore assoluto del Terzo settore in ogni sua forma ed espressione.
Nessuno degli assistenti, spesso volontari, della Cooperativa è un professionista del teatro e del palcoscenico. Già nel 1994 però capirono che il teatro poteva avere un valore terapeutico ed inclusivo. Nacque così l’idea di fare teatro. Con i pazienti grandi e piccini. Sono state allestite negli anni ben undici spettacoli: si comincia con Grease e Stette spose per sette fratelli andato in scena con più repliche dal 1994 al 1997. Fino a “Se il mondo si desse la mano” andato in scena la prima volta il 20 novembre 2011 all’Auditorium di Romena a Pratovecchio di Stia (Arezzo) e ora in replica, a grande richiesta, il 22 ottobre al Teatro Aurora di Scandicci (ore 15.30). Si tratta di una piece corale, per lo più canora ma anche mimica, in cui i circa duecento attori sul palco si esibiscono in pezzi di varietà e anche canzoni e danze. Sulla falsa riga di “Tale e quale show” e “The voice”.
“I questi anni – racconta Stefania Barbieri, una delle coordinatrici – abbiamo visto cose impensabili, persone che hanno saputo ballare stando su una carrozzina, persone con gravi disturbi psichici restare concentrati, in attesa e poi eseguire quanto era stato loro assegnato. Una ragazza con grave disturbo autistico cantare davanti a più di trecento persone. Tutti loro, al di là dei rispettivi handicap, sono consapevoli di quello che fanno. Fanno prove tutto l’anno, si sforzano di andare oltre. Colpisce soprattutto la tranquillità e la consapevolezza con cui riescono a fare tutto ciò”. Ne è nata una vera e propria Compagnia teatrale che si chiama “Arcobaleno degli artisti” che si avvale del supporto tecnico della Compagnia delle arti di Romena. Siamo oltre le cure e i luoghi comuni che spesso costringono questi ragazzi e adulti a vite che non sono vite.
Come dimostra, del resto, il fatto che dal 1994 in poi sono state realizzate ben undici produzioni. “Fare teatro è risultata l’esperienza che più ha arricchito e più arricchisce i nostri ragazzi e i nostri ospiti anche anziani sotto il profilo dell’attività cognitiva, espressiva, motoria e artigianale. Inoltre è incredibile come queste persone che sembrano destinate all’isolamento riescano ad interagire con il mondo fuori da loro proprio grazie al teatro”, dice sicura Barbieri. Sul palco ovviamente ci sono anche i volontari e gli assistenti delle varie strutture della Cooperativa La Tenda. Il messaggio è chiaro: insieme, dandosi la mano, si possono superare quasi tutte le barriere, fisiche, psichiche, a maggior ragioni razziali. Un messaggio inclusivo che regala gioia ed emozioni ai protagonisti e soprattutto al pubblico. Un messaggio così semplice eppure così difficile da comprendere. Andare a vedere per capire.
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