Il ricordo
La morte di Sergio Staino, il ricordo di Erasmo D’Angelis
È stato tante cose insieme, Sergio. Un Dario Fo con la matita, un Benigni della battuta, un combattente fino all’ultimo respiro, un raffinato intellettuale, un genio della battuta fulminante.
Sembra incredibile, ma Bobo è morto. Stamattina alle 10.59 il suo cuore si è fermato. Non ce l’ha fatta Sergio Staino. Quasi un anno fa, di colpo, dopo una bellissima e divertentissima cena al teatro del Sale per festeggiare il ritorno sulle scene di Maria Cassi, è stato colpito da una malattia e da allora ospedali, attese, allarmi, rianimazioni, poi riabilitazioni estenuanti, cure, trafile di medici, infermieri, il breve ritorno a casa e quindi il successivo ricovero.
Sergio aveva 83 anni e da quando, progressivamente, è diventato cieco, in realtà vedeva di più e meglio di tanti altri. Usava le mani e l’udito, toccava e ascoltava, e disegnava perfettamente andando a memoria, con l’aiuto di suo figlio Michele. Aveva ancora milioni di cose da raccontare, disegnare, creare e scrivere.
È stato tante cose insieme, Sergio. Un Dario Fo con la matita, un Benigni della battuta, un combattente fino all’ultimo respiro, un raffinato intellettuale, un genio della battuta fulminante. Spinto simultaneamente dall’entusiasmo e dall’amore per la vita, dall’allegria e dalla fedeltà per il suo “stainismo”, il suo comunismo anarchico e fuorilinea e sempre a modo suo. Aveva il dono e la passione di non mollare mai, e la certezza di essere sempre dalla parte della ragione e mai del torto. È passato attraverso mondi diversi, reduce dal marxismo-comunismo filocinese e dal berlinguerismo fino al successivo caos poco allegro che pare senza fine.
Ma qualsiasi posizione ha sostenuto lo ha fatto sempre alla Bobo, con l’allegria dell’irriducibile barricadero. Mai in vendita o al servizio del potere di turno. Intollerante verso le nullità e i mediocri al potere e i tic della sinistra e del centrosinistra. Lottatore contro la violenza rabbiosa contro i più indifesi del mondo, siano essi migranti o disperati. E a tutti i potenti faceva il pelo e il contropelo a vignette. Ha scritto libri, girato film, disegnato miliardi di Bobo azzeccati, ha diretto l’Unità renziana, ed è stato sempre sorretto dalla sublime arte toscanaccia. Addio indimenticabile Sergio.
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