Sono trascorsi quattro anni dagli attentati che hanno visto protagonista la città di Parigi, mirino di una serie di attacchi rivendicati dall’Isis culminati con la strage nel teatro di Bataclan. La sera del 13 Novembre 2015, infatti, furono diversi gli episodi che colpirono la città francese provocando la morte di 130 persone e 350 feriti. La prima zona ad essere stata presa di mira fu lo Stade de France, seguirono alcuni ristoranti dei vari arrondissements per poi arrivare alla sala cafè-concert del Bataclan che da solo contò 90 vittime. In occasione dell’anniversario, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha scritto un messaggio sulla sua pagina twitter rivolgendosi ai propri cittadini: “Ricordiamoci della promessa che ci eravamo fatti: restare uniti per non lasciare mai vincere coloro che avevano perpetrato tutto ciò. Ricordiamoci del 13 novembre e delle sue vittime”.

 

 

GLI ATTENTATI – Nel corso del 2015 la Francia fu vittima di numerosi attacchi terroristici in nome di Al-Qaida e dei sostenitori dell’Isis. Dopo l’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo avvenuto l’anno prima, il 2015 fu un anno di perdite e sangue per la Nazione d’Oltrealpe. In particolare la notte del 13 Novembre fu quella più buia per la popolazione francese e non solo. A dare il via alla sequenza di azioni terroristiche è stato un kamikaze che si è fatto esplodere fuori alle porte dello Stade de France. All’interno dello stadio, le persone credevano che si trattasse dei soliti petardi dei tifosi, per questo continuò. Tranne che per il presidente Francois Hollande immediatamente aggiornato dell’accaduto e prelevato in tribuna d’onore. In realtà il kamikaze aveva intenzione di farsi esplodere all’interno dello stadio durante la partita di qualificazione agli Europei 2016, ma era stato fermato dalla polizia e nella fuga si è fatto esplodere causando non solo la sua morte ma anche quella di un passante. Poco dopo in ben quattro ristoranti della città sono piombati alcuni terroristi facendo fuoco con dei fucili kalashnikov. Grazie ad un’auto Seat nera i killer furono accompagnati prima davanti a due ristoranti del XII arrondissement e sparano all’impazzata contro i ristoranti Carillon e Petit Cambodge, uccidendo 15 persone e ferendone gravemente altre 10. Qualche minuto e si sente una seconda esplosione allo stadio dove muore il kamikaze. Il terzo locale ad essere stato preso di mira è Bonne Biere dove perdono la vita 19 persone. Il quarto ristorante si trova nei pressi di boulevard Voltaire e infine dalle 21.40 alle 21.48 durante un concerto del gruppo rock statunitense Eagles of Death Metal con circa 1500 spettatori, inizia l’attentato più feroce.

Mentre la band si accingeva a suonare il brano Kiss The Evil, tre terroristi vestiti di nero equipaggiati di zaini porta cariche, fucile a pompa, kalashnikov, alcune bombe a mano e cinture esplosive, irrompono nel teatro sparando contro la folla. La prima raffica di colpi provoca una decina di vittime davanti all’ingresso, ma viene in un primo istante scambiata per degli amplificatori o degli effetti pirotecnici. La seconda si dirige verso il bar e mette in fuga prima il leader dei Eagles, Jesse Hughes, poi il chitarrista Eden Galindo e a seguire gli altri componenti del gruppo che si erano resi conto del pericolo. Subito dopo i tre killer si posizionano sulla platea e sparano altre diverse raffiche di colpi sugli spettatori nel giro di 20 minuti. I presenti, terrorizzati dalle esplosioni, tentano di evacuare il locale attraverso porte di sicurezza e finestre laterali, mentre il resto dei membri della band riesce a sopravvivere scappando da un’uscita dietro le quinte, per poi rifugiarsi in una stazione di polizia. Altre 50 persone scappano sul tetto, altre ancora si rifugiano nei bagni pubblici e nei camerini.  Durante la carneficina, gli attentatori, mentre cominciano a sequestrare le persone presenti, iniziano anche a fucilare e uccidere numerosi ostaggi riversi per terra, intenti a fingersi morti.

Tra le vittime della strage al Bataclan c’era anche una ragazza italiana, Valeria Solesin. La 28enne veneta era dottoranda in demografia all’Università Sorbonne di Parigi, dove viveva da quattro anni. Per un lungo periodo era stata anche volontaria di Emergency, che la ricorda ogni anno dedicandole un pensiero.