“Noi siamo tutto quello che è più lontano possibile dal discorso di Giorgia Meloni in Andalusia e dalle posizioni filorusse di Salvini. E siamo tutto ciò che è più vicino possibile ai valori di equità sociale e inclusione”. Il segretario nazionale Enzo Maraio lo spiega senza giri di parole da che parte staranno, domenica prossima (dalle 7 alle 23), i socialisti. Elezioni, quelle per i ballottaggi, “che, nel percorso verso le elezioni politiche”, ridisegneranno “l’Italia dei prossimi anni”. Sono tredici i capoluoghi di provincia italiani. Tra questi, da tenere sotto osservazione, sono Como, Parma, Lucca che dovranno scegliere, con il voto al secondo turno, il primo cittadino e i socialisti “saranno al fianco di tutti i candidati sindaco in campo nelle coalizioni di Centrosinistra”. Un voto importante affinché “la sinistra riformista – ha spiegato Maraio – affermi i valori che sono alla base della nostra azione politica da sempre”.

Ai ballottaggi ci saranno città strategicamente importanti per i destini del Paese e il voto di domenica sarà termometro dell’orientamento elettorale. E lo sarà ancor di più dopo la bomba esplosa in casa del Movimento 5 stelle. Sarà un voto insomma, differente da quello di domenica 12 giugno. Con Mario Draghi che ha incassato la fiducia sulla risoluzione, rafforzando la linea di governo e indebolendo il centrodestra della Meloni. Un centrodestra che ha gonfiato il petto dopo il primo turno e che ambisce a mettere le mani sul governo del Paese. Una opzione da scongiurare a tutti i costi se non si vuole riportare indietro le lancette del tempo e svilire il lavoro fin qui fatto. Un centrodestra che non ha alcuna intenzione di abbandonare la strada di un populismo e che si tiene insieme solo in una logica elettorale. E dunque anche per queste ragioni, quello di domenica 26 è un appuntamento molto delicato che, eccezion fatta per regionali in Sicilia in programma in autunno, sarà l’ultima sfida elettorale prima delle elezioni politiche.

Le sfide nevralgiche saranno quelle di Verona, Catanzaro e Monza. Qui il centrosinistra proverà a strappare i municipi al centrodestra. A Verona il favorito è Damiano Tommasi che lo scorso 12 giugno ha fatto vincere il centrosinistra in sei delle otto circoscrizioni. Una città, che con Tosi e Sboarina, è storicamente nelle mani della destra (Lega e FdI). Tommasi ha già messo alla porta Flavio Tosi e ora prova a stringere alle corde anche l’uscente Sboarina con il sostegno dei giovani e la benedizione degli industriali, che a Verona, non è poca cosa. A Catanzaro invece sarà Nicola Fiorita che tra le liste a sostegno ha anche il Movimento di Grillo. E’ questa una sfida da osservare al microscopio per capire quale sarà l’orientamento grillino post scissione. Altro municipio da tenere sotto stretta osservazione è quello di Carrara.

Qui Angelo Zubbani, già storico sindaco della città, aveva trascinato la lista dei socialisti ottenendo circa il 7 per cento delle preferenze in coalizione con il candidato Cosimo Maria Ferri. Ma pochi giorni fa ha deciso di appoggiare la candidata del centrosinistra Serena Arrighi dopo la decisione di Ferri di apparentarsi con Simone Caffaz, il candidato della Lega (al primo turno ha ottenuto il 18,93%), che potrà contare anche sull’appoggio di FdI e FI che al primo turno hanno sostenuto Andrea Vannucci (per lui il 17,11%). “Anteponiamo – ha dichiarato Zubbani – il senso di responsabilità ed i valori che la tradizione socialista non ci permette di tradire. Cosa direbbero il partigiano Sandro Pertini o Francesco Rolla, ai quali abbiamo dedicato preziosi simboli in città se i socialisti di Carrara consegnassero la città alle truppe di Meloni e Salvini?”. Sfida importante anche Monza, qui Paolo Pilotto è sostenuto anche da una lista del Psi che domenica 12 giugno ha fermato l’asticella a 1,67 per cento. La pattuglia delle donne, oltre a quelle già citate, segnaliamo Barbara Minghetti a Como e Katia Tarasconi a Piacenza. Infine a Lucca con Francesco Raspini e a Parma con Michele Guerra.