L'esondazione
Bardonecchia tra fango e detriti: a mancare è la cabina di regia di Italia Sicura, e va ripristinata
Giorgia Meloni, nel pomeriggio di ieri ha assicurato un rapido intervento. Nella speranza che i piemontesi siano più fortunati dei romagnoli è chiara la mancanza di un organismo capace di prevenire, monitorare, allertare e coordinare i soccorsi fungendo da plancia di comando operativa
Domenica sera. Una prima frana, i corsi d’acqua deviati. Un incubo sulle Alpi piemontesi. Bardonecchia (TO) viene travolta dal torrente Frejus, diventato un fiume in piena. Esondando ha travolto tutto quello che ha incontrato, persone incluse. 120 evacuati, abitazioni inagibili, hotel smottati e privi di corrente elettrica. Fuga in macchina di chi può. Macchine che galleggiano distruggendo villette e lampioni, alberi e pali. Scene che ormai tornano ciclicamente. Manca una cabina di regia come quella di Italia Sicura e si vede, si nota.
La protezione civile interviene come può, a disastro compiuto, ed evita il peggio. Arrivano da oltre confine gruppi di francesi: volontari ma anche decine gendarmi con mezzi di soccorso. Un abbraccio che segnala la gravità con cui qualcuno sa mettere in campo la reazione necessaria. Il coordinamento rimane italiano e una nota per ringraziare l’aiuto dei cugini d’oltralpe in serata prova a salvare le apparenze. I ritardi però ci sono e si vedono. Il Comune e la sindaca Chiara Rossetti si attaccano al telefono. Si attivano autonomamente il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese.
Alla fine cinque dispersi sono stati ritrovati. Ma la stagione, lì, è finita: parte la conta dei danni. Quelli materiali sono impressionanti. Incalcolabili poi i mancati incassi da qui al futuro. Giorgia Meloni veleggia avanti e indietro tra la Puglia e l’Albania. Solo alle 17 di ieri, a venti ore dal disastro, farà una dichiarazione di solidarietà, assicurando un rapido intervento. Speriamo che i piemontesi siano più fortunati dei romagnoli, ancora fermi alle prime promesse. La premier parla con il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che anche lui dichiarerà lo stato d’emergenza solo ieri all’imbrunire.
Manca un organismo capace di prevenire, monitorare, allertare e coordinare i soccorsi fungendo da plancia di comando operativa interforze anche prima che il disastro abbia colpito. C’era, si chiamava Italia Sicura e qualcuno continua a dire che se ne può fare a meno.
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