Beppe Grillo verso un possibile rinvio a giudizio. La Procura di Milano ha chiuso le indagini sul co-fondatore del Movimento 5 Stelle e Vincenzo Onorato, patron del gruppo Moby, accusati di traffico di influenze illecite per una presunta “mediazione illecita” da parte del fondatore dei Cinque Stelle.

Stando alle accuse, in cambio di contratti di pubblicità sul blog del comico genovese per la compagnia navale dell’armatore napoletano nel periodo 2018-19, Grillo a avrebbe inoltrato a parlamentari del M5S le richieste di aiuto avanzate da Onorato, suo amico di lunga data, quando la sua compagnia era in crisi finanziaria.

Grillo, indagato dal gennaio scorso per traffico di influenze illecite, avrebbe avrebbe percepito soldi “quale corrispettivo di un ‘accordo di partnership’ avente a oggetto la diffusione su canali virtuali di ‘contenuti redazionali’ per il marchio Moby”.

L’inchiesta della pm milanese Cristiana Roveda e dell’ex procuratore aggiunto Maurizio Romanelli  si basa soprattutto sulle chat trovate nei telefoni sequestrati a Firenze nell’inchiesta Open e a Milano in quella sul dissesto del gruppo di Onorato.

Tra le carte dell’inchiesta ci sono infatti le chat in cui Beppe Grillo parla con gli eletti del Movimento 5 Stelle del settore navigazione. A rivelare alcuni di questi messaggi era stata negli scorsi mesi Repubblica, chat risalenti al lockdown del 2020, il periodo di crisi maggiore per il settore marittimo. Dobbiamo fare qualcosa per il settore”, “Il gruppo Tirrenia sta fallendo, possiamo intervenire?”, scrive Grillo ai suoi chiedendo un impegno a favore della compagnie di navigazione. 

Effettivamente nel marzo 2020 si svolge una conferenza tra i commissari di Tirrenia, i vertici di Tirrenia Cin, la ministra delle Infrastrutture dell’epoca Paola De Micheli (che sostituisce Toninelli) e Patuanelli.  Il tema è il blocco dell’operatività delle navi e dopo 24 ore spunta la soluzione, scrive ancora Repubblica: lo sblocco della liquidità sequestrata a Tirrenia (cioè a Onorato). Che pubblicherà una nota per ringraziare i commissari, il Mit e il Mise per aver favorito la conclusione dell’accordo.

Dalla Moby di Onorato la società Beppe Grillo srl, di cui il comico era socio unico e legale rappresentante, percepiva 120mila euro annui come corrispettivo di un “accordo di partnership” per contenuti redazionali, ma secondo la Procura in realtà dietro i pagamenti vi erano poi il trasferimento delle richieste dello stesso Onorato ai parlamentari del Movimento 5 Stelle in favore della sua Moby.

(articolo in aggiornamento)

Redazione

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