«Non accetto di chinare il capo e subire un’onta del genere, quindi come segnale che intendo dare alla collettività, alla politica e a chi ci ha sostenuto affermo che non intendo, almeno per il momento, rassegnare le mie dimissioni. Sono qui a testa alta, con la mia onestà e con il mio amore per questa città». Vincenzo Ascione, sindaco di Torre Annunziata, comunica così di non voler lasciare che la gogna mediatica e politica scatenata da un’inchiesta della Procura appena agli inizi e ancora priva di riscontri e prove pregiudichi il suo mandato politico.

Nei giorni scorsi la Procura antimafia aveva disposto un blitz negli uffici del Comune per acquisire alcuni atti e il primo cittadino era stato tra i destinatari di un avviso di garanzia. L’inchiesta coinvolge una dozzina fra amministratori locali, ex consiglieri e imprenditori. Si indaga in particolare su presunte e ipotetiche infiltrazioni mafiose e sui rapporti di alcuni amministratori, incluso il sindaco, con il nipote di un vecchio fedelissimo del clan Gionta. Ma, mentre le indagini fanno il loro corso alla ricerca di prove e riscontri all’ipotesi investigativa di partenza, un primo effetto politico si è già avuto: un assessore e tre consiglieri si sono dimessi e il Consiglio rischia di essere sciolto per infiltrazioni camorristiche.

«Se così fosse – commenta il sindaco Ascione, scegliendo di convocare una conferenza negli uffici del Comune oplontino per dire la sua e prendere posizione rispetto alla gogna scatenata dalle perquisizioni sfuggite al riserbo investigativo visto che la notizia ha avuto grande eco mediatica – verrebbe offerto un messaggio sbagliato e cioè che la magistratura, mediante un provvedimento adottato sulla base di fatti privi di fondamento e di riscontro probatorio, possa entrare nelle scelte politiche della città e decidere in qualsiasi momento chi deve fare politica e chi no, a prescindere dal consenso politico manifestato dai cittadini. Una simile ipotesi – aggiunge Ascione – è quanto di più contrario ai valori costituzionali e non dovrebbe verificarsi».

«Io – prosegue il sindaco – ho piena fiducia nella magistratura, ma allo stesso tempo nessuno può impedirmi di avere una visione critica e lucida di quanto sta accadendo: si travolge e si espone una classe politica alla pubblica gogna per contestazioni ipotetiche senza prove né riscontri e rispetto alle quali nessuno può dirsi immune. Vista l’esperienza che stiamo vivendo sento di poter dire che chiunque scenda in campo può essere messo di punto in bianco nell’occhio del ciclone. Io non ci sto». Ecco la posizione del sindaco, che critica un certo modo di procedere quando la magistratura entra nella sfera della politica e si schiera in difesa di Salvatore Onda, nipote di Umberto che fu killer del clan Gionta. Onda è una delle persone su cui si concentra l’attenzione degli inquirenti, in particolare i riflettori sono orientati a indagare i suoi rapporti con alcuni politici locali.

«Che io sappia – dice Ascione -, è completamente estraneo ad ambienti criminali, credo che abbia improntato la propria esistenza al distacco da qualsivoglia legame con la sua famiglia. Una parentela non può essere motivo di esclusione dalla vita sociale o politica, al contrario potrebbe rappresentare un esempio di riscatto e di resilienza. Io – aggiunge il sindaco – non valuto una persona in base alle parentele, siano esse le più illustri o le più scomode, ma la valuto per il modo di comportarsi nella vita e con le persone. Stupisce come proprio lo Stato, che stabilisce principi di recupero e reinserimento sociale e propone forme di emancipazione delle persone che hanno la sfortuna di provenire da contesti difficili, sia poi il primo a pretendere di dover marchiare a fuoco una persona in funzione di una parentela scomoda».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).