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Crisi di governo, a farla da padrone saranno i sondaggi

Avvocato e scrittore
Crisi di governo, a farla da padrone saranno i sondaggi

“L’avevo detto io!”, tuona Totò nei panni di Antonio Capone quando, districandosi tra un caciocavallo e un salame appesi nella stanza d’albergo, sottolinea il timore manifestato dai suoi due fratelli, Peppino (De Filippo) e Lucia, che la bella Marisa possa traviare l’impegno agli studi di Gianni, rispettivamente nipote dei due e figlio di Lucia. E qui trattenetevi dalle risate per favore perché la scena della dettatura della lettera, che i “fratelli Caponi” (perché sono tre e quindi Capone va coniugato al plurale) intendono inviare alla seducente soubrette, è considerata universalmente la gag più comica e divertente della intera cinematografia tricolore.

Ma, rievocazioni divertenti a parte, Claudia Fusani nel suo articolo pubblicato oggi sul nostro giornale coglie nel segno con la stessa precisione con la quale Michael abbatte il cervo con “un colpo solo” nel film “Il Cacciatore”.

Sbaglia, infatti, chi pensa che questo governo sicuramente durerà sino alla fine (può essere ma non è scontato) e sbaglia parimenti chi pensa che se non dovesse durare sarà per ragioni di sostanza e per questioni o contrasti inerenti la linea politica e di governo.

Non c’entra il dissenso sulla “rottamazione delle cartelle” o sulla particolare attenzione verso i commercianti piuttosto che verso le famiglie che oggi rimbalza tra le stanze del centrodestra.

Non saranno i primi dissensi più che profondi, che tra le forze di maggioranza già emergono su questa legge di bilancio e che Claudia puntualizza con una compiutezza di argomenti assoluta, a dettare l’agenda e il fine vita governativo di Giorgia Meloni.

La verità vera è un’altra e ancora volta a farla da padrone saranno i sondaggi. Il vero motore che muove la politica ormai è affidato a quei numeretti con i quali gli esperti periodicamente ci raccontano la salita o la discesa, nella hit parade del gradimento, di questo o quel partito.

E lo dice bene Claudia nel corpo del suo articolo. Il problema per Giorgia non saranno le scelte, i temi o i programmi che lei vorrà far adottare al suo governo e agli alleati. Il nodo dirimente sarà quanto si rafforzerà Fratelli d’Italia alla guida dell’esecutivo rispetto alle due forze alleate.

Perché, accà nisciuno è fesso dicono tutti al di sotto della linea gotica o se volete del 42° parallelo.

Ed è di tutta evidenza che se Salvini e Berlusconi, che già stanno diventando figure sbiadite presto destinate a frantumarsi sotto una novella furia iconoclasta del terzo millennio, si dovessero convincere che questi sondaggi, che già adesso danno la Meloni in crescita e le loro forze in perdita, saranno la tendenza costante della stagione politica non ci penseranno due volte a fra cadere i am Giorga in cinque minuti e non certo per andare alle elezioni anticipate.

E poi si riscateneranno le polemiche con la solita storia del “Presidente del Consiglio non eletto dagli italiani” perché tanto Matteo ha il suo omonimo che lo guarda dal III polo e Don Silvio potrebbe raggiungere le sue vestali, Mara e Maria Stella, che lo hanno abbandonato e che rappresentavano la parte più pensante di Forza Italia.

Del resto è lo stile di questa epoca contemporanea, di questa seconda o già terza repubblica che più va avanti e sempre meno ha a che fare con la prima. Allora si pensava e si ragionava oggi si improvvisa e si inscena. Allora ci si accapigliava per i temi, per le scelte di contenuto oggi si costruiscono o si rompono quadri politici a seconda dei vaticini di Piepoli o Mannheimer.

La superficialità impera.

È come se sul comodino al posto della Madonnina o di Padre Pio, cui rivolgere la preghierina della sera, ci fosse l’immagine di Paolo Fox.

Sembra un film di Pieraccioni. Olé!

E cosa c’entra Totò, direte voi.

C’entra eccome perché anche io, come Claudia Fusani, l’avevo detto.

A proposito ma voi sul comodino avete la foto di Branko o di Paolo Fox ?