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Il momento peggiore per una crisi di governo

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Il momento peggiore per una crisi di governo

Nell’ormai  lontano dicembre 2020 pubblicavo sul Blog un articolo dal titolo “L’iper protagonismo della Politica nuoce all’economia reale” Nell’analisi partivo da una premessa: In  economia, due variabili sono maggiormente determinati nelle scelte strategiche:
1) l’informazione
2) le aspettative

Senza voler scomodare le diverse teorie economiche relative alle aspettative “adattive”, o “razionali”, possiamo più semplicemente affermare che l’aspettativa basata sullo studio della realtà oggettiva , unitamente alla disponibilità delle informazioni utili a prevedere gli scenari futuri, determina una specifica scelta, che sia imprenditoriale o di politica economica generale. Quello che sta accadendo al Governo in questi giorni, a mio avviso, evidenzia ancora una volta come il protagonismo della Politica, senza distinzioni di colore, “nuoce gravemente alla salute” (per citare le didascalie presenti sui pacchetti di sigarette). Uno scenario di crisi di Governo, in questo momento, determina necessariamente una brusca frenata agli investimenti con il rischio quasi certo di recessione.

Come afferma il Prof. Antonio Miele su Panorama, una crisi politica in termini economici si paga, e come la si paga dipende da come viene gestita. In un momento i cui abbiamo una guerra in corso in Ucraina, un’inflazione record, aumento dei costi delle materie prime, possibile nuova ondata di Covid, la cosa peggiore da augurarsi era la crisi di Governo. Nei prossimi mesi ci attendono sfide molto delicate e c’è da lavorare sodo per non perdere i fondi Next Generation; allo stesso tempo occorre elaborare una legge di bilancio che si annuncia molto complessa e articolata, in ottica di valutazione Europea. Occorre intervenire in maniera efficace sui salari e sul cuneo fiscale, proteggendo allo stesso tempo il potere d’acquisto e contenendo l’inflazione; occorre lavorare  per sostenere le famiglie e le imprese sottoposte ad un aumento dei costi energetici insostenibili.

Insomma, siamo in una fase molto strategica e delicata, che richiede sforzo massimo da parte della Politica per sostenere le difficoltà che inevitabilmente ci attendono nei prossimi mesi. Se, come pare, si andrà allo scioglimento delle Camere ed a nuove elezioni, su cosa immaginiamo saranno impegnati i “protagonisti” della Politica nei prossimi 3 mesi? Sul Recovery Plan? Sul contenimento dell’inflazione? Sulla gestione del costo energetico? No, cari amici. Saranno tutti impegnati nei prossimi mesi in una nuova campagna per scopi esclusivamente elettorali, assisteremo a grandi dibattiti su come risolvere i problemi mentre, nel frattempo, non li risolviamo.

In questo momento ci sarebbe bisogno di una guida sicura, che ci conduca fuori dal rischio concreto di recessione che, a mio avviso, con una crisi di Governo diventa uno scenario abbastanza probabile. Ancora un volta l’iper protagonismo della Politica nuocerà all’economia reale ma  spero che questa mia conclusione venga sovvertita da una scelta responsabile, nei prossimi giorni, che ci assicuri una continuità nell’azione di Governo scongiurando una nuova campagna elettorale, che metterebbe a dura prova la pazienza di tanti.