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La fine della storia d’amore di Giorgia Meloni nel Panottico internazionale

Giornalista
GIORGIA MELONI POLITICO
GIORGIA MELONI POLITICO

The Guardian, The New York Times, Die Welt, Le Monde, El Pais… così tante e autorevoli sono le testate straniere che in queste ore stanno rilanciando il post della separazione tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno che sorge spontaneo domandarsi perché la vita amorosa della Premier italiana interessi la stampa internazionale a tal punto da oscurare gli ultimi fatti di cronaca e notizie d’attualità.

La comunicazione da Quarta Repubblica differisce dalle sue predecessori perché mette sempre più in retroscena lo scontro tra le forze politiche e in scena gli intrighi, i giochi di potere e gli scandali, facendo capo alle tecniche dello storytelling. I media, nati nel e per il mercato di massa, rispondono ormai quasi esclusivamente ai codici dell’intrattenimento e dello spettacolo, cui i leader politici sono chiamati, volenti o nolenti, ad adattarsi. I social, in modo particolare, si trasformano in una curiosa “Terza Camera” del sistema politico italiano dove sono i cittadini, a suon di like e commenti, a esercitare il potere su chi li governa.

Si crea una situazione inversa a ciò che nel ’71 il filosofo e giurista Jeremy Bentham aveva teorizzato sotto il nome di “Panottico”: un carcere ideale progettato con l’intento di permettere a un unico sorvegliante di osservare contemporaneamente tutti i detenuti, senza che questi si accorgessero di essere vigilati. Ebbene, nell’era della “politica pop”, la visibilità resta una forma di potere ma nel senso opposto, con una sola persona, il leader politico, che è, e sa di esserlo, costantemente sotto lo sguardo attento e giudicante dei cittadini.

E la conseguenza di questo processo rivoluzionario è tanto innovativa quando restauratrice. I social media arrivano a ricucire quel rapporto di fiducia tra politica ed elettorato venuto meno con il fallimento dei partiti di massa e la crisi dei corpi intermedi, offrendo al personaggio politico l’opportunità di mostrarsi al pubblico come persona prima ancora che come leader, cosicché gli elettori iniziano a familiarizzare con il candidato che suscita sentimenti d’appartenenza e avvia percorsi d’identificazione, piuttosto che operare una valutazione razionale della sua proposta programmatica.

Nel caso di specie, difficile non empatizzare con chi sceglie, con dolore e pudore, di rompere una relazione importante per riparare se stesso.