Il militare iraniano che l’8 gennaio scorso attivò il sistema missilistico antiaereo che ha provocato l’abbattimento del Boeing 737 della Ukrainian Airlines e la morte di tutti i passeggeri e dell’equipaggio, 176 persone, per la maggior parte iraniani e canadesi, è in carcere. A riferirlo è stato il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif in un’intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, pur non specificando da quanto il militare sia recluso in prigione.

L’Iran dopo aver negato per tre giorni responsabilità nella tragedia, aveva ammesso di aver abbattuto accidentalmente l’aereo passeggeri ucraino che si è schiantato a Teheran. L’aereo era precipitato poche ore dopo l’attacco missilistico iraniano contro due basi irachene ospitanti truppe Usa, in risposta all’uccisione del comandante Qassem Soleimani in un raid americano a Baghdad.

Il regime dell’Ayatollah Ali Khamenei annunciò anche l’arresto di alcuni persone nell’ambito dell’inchiesta sul volo abbattuto, senza fornire il numero di arrestati, i loro nomi o le funzioni svolte dagli indagati.

Sempre nell’intervista al Der Spiegel il ministro degli esteri Zarif, riferendosi alle proteste popolari dopo l’abbattimento del Boeing, ha spiegato che “la gente ha avuto ragione a protestare, perché ha perduto familiari e amici. Si è trattato di una ragione emotiva”.

Redazione

Autore