Gli Stati Uniti attaccano le milizie filo-iraniane in Iraq e Siria a cinque giorni di distanza dall’attacco di droni in Giordania che ha ucciso tre soldati americani, ferendone altri 40. La vendetta annunciata da Joe Biden arriva nella notte con una vera e propria pioggia di missili lanciati da caccia e bombardieri alcuni arrivati dagli Usa, su decine di obiettivi. Le azioni si sono concentrate nell’area di Al Mayadin, considerata la ‘capitale iraniana’ in Siria, e nel distretto di Al Bukamal, al confine con l’Iraq e importante via di rifornimento.

Attacchi Usa in Iraq e Siria, Biden: “Risponderemo se farete del male agli americani”

Mezz’ora di intensi bombardamenti durante i quali sono stati colpiti 85 obiettivi e strutture legate ai Pasdaran e alle milizie filo-Teheran: tre dei siti colpiti erano in Iraq, quattro in Siria. “Oggi è cominciata la nostra risposta”, ha commentato Biden che poche ore prima, nella base aerea di Dover nel Delaware, aveva assistito al rientro delle salme dei soldati Usa. Rappresaglia Usa che “continuerà nel momento e nel luogo prescelti. Gli Stati Uniti non sono alla ricerca di guerre in Medio Oriente o in nessun altra parte del mondo. Ma che sappiano tutti coloro che potrebbero farci del male: se farete del male agli americani, noi risponderemo” ha ricordato Biden.

Secondo quanto riferisce il Pentagono, tra gli obiettivi attaccati ci sono centri operativi, di intelligence, arsenali di razzi e missili, magazzini di droni e strutture logistiche legate ai vari attacchi che i gruppi filo-iraniani hanno commesso nelle ultime settimane contro le forze statunitensi. Il numero delle vittime per ora non è ancora chiaro ma, dalle prime ricostruzioni, sarebbero almeno una ventina i miliziani caduti in seguito all’attacco americano.

Attacchi in Iraq e Siria, la vendetta Usa e gli obiettivi colpiti

Il Comando Centrale degli Stati Uniti spiega che sono state utilizzate “più di 125 munizioni di precisione” e gli attacchi sono stati lanciati da numerosi aerei, compresi i bombardieri B-1 a lungo raggio decollati dalle basi negli Stati Uniti. Oltre a inviare un messaggio alle milizie filo-iraniane e alla Guardia rivoluzionaria, ha spiegato in un punto stampa il portavoce del Consiglio di sicurezza John Kirby, i raid mirano a “indebolire” la loro capacita’ militare “in modo più vigoroso”. Kirby ha aggiunto che gli obiettivi bombardati sono stati “scelti con cura” per evitare vittime civili e che gli Stati Uniti hanno “prove inconfutabili” che fossero collegati ad attacchi contro il personale americano nella regione.

Attacchi Usa, ira Iraq: “Violano nostra sovranità”

Attacchi che hanno provocato la ferma condanna delle forze armate irachene perché costituiscono una “violazione della sovranità irachena” e rappresentano una minaccia le cui conseguenze saranno “nefaste per la sicurezza e la stabilità” ha spiegato il portavoce del comandante in capo delle forze armate irachene, il generale Yahya Rasul Abdullah. “Le città di Al-Qaim e le zone di confine irachene sono state prese di mira dai raid aerei statunitensi, in un momento in cui l’Iraq sta cercando di garantire stabilità nella regione”, ha aggiunto Abdullah. “Questi attacchi – ha aggiunto – rappresentano una violazione della sovranità irachena” e causeranno “un indebolimento degli sforzi del governo iracheno, e rappresenteranno una minaccia che trascinerà l’Iraq e la regione verso conseguenze indesiderabili e disastrose per la sicurezza e la stabilità”.

Redazione

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